Covid, i medici di famiglia a Spirlì e Longo: «Che fine hanno fatto i vaccini?»

Caos sulle somministrazioni, centri individuati come idonei ma mai aperti, pazienti in lista che ancora aspettano il proprio turno: la Federazione dei medici di base calabresi chiede cosa non stia funzionando e perché. Senza però ottenere risposta (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Alessia Principe
14 marzo 2021
15:13

Una lettera rimasta senza risposta come le tante domande sospese nell'aria che stanno segnando una campagna vaccinale calabrese in bilico tra i proclami e i numeri altalenanti.

La Federazione italiana medici di base calabresi ha preso carta e penna e ha scritto al commissario Longo e al presidente ff. Spirlì per capire cosa non sta funzionando e perché. 


Il coinvolgimento dei medici di base calabresi, non più tardi di un mese fa, era stato salutato come un evento che avrebbe dato grande slancio alla vaccinazione di massa. Invece, anche stavolta, il meccanismo si è inceppato, e alla lettera di sollecito della Fimmg, a firma di Rosalbino Cerra, segretario generale regionale, nessuno ha risposto.

La Calabria ancora indietro

«Per quali motivi reali dei 130.778 cittadini over 80, ne sono stati vaccinati solo 34.305?» chiedono in una nota i medici di famiglia che sottolineano come, anche in una fase in cui la campagna vaccinale dovrebbe essere in uno stato avanzato, ancora la seconda fascia degli ultraottantenni, che doveva seguire la somministrazione al personale sanitario, non sia stata completamente coperta. Qual è il vero motivo di questo ritardo? Perché alcuni centri, già individuati come idonei, sono chiusi?»

Moduli non idonei e l'incognita dosi

C’è anche la questione dei moduli che i pazienti, in procinto di essere vaccinati, devono presentare («moduli di consenso informato non idonei ai vaccini utilizzati» scrivono dalla Fimmg), di attese di persone e medici che si trovano a sostare davanti a centri chiusi.

«Perché nonostante i medici di famiglia abbiano somministrato il 100% delle dosi consegnate, la Regione Calabria si trova con uno scarso 72% di utilizzo che la pone penultima in Italia? Inoltre, per quali motivi non si dispone di tutte le dosi “teoricamente” disponibili, e se non disponibili, chi le ha utilizzate e quali cittadini sono stati vaccinati?».

Insomma, la domanda è: che fine hanno fatto tutti i carichi consegnati e perché siamo ancora indietro?

La Fimmg si rivolge direttamente a Longo e Spirlì chiedendo anche il perché di questo caos sulle prenotazioni e somministrazioni dei vaccini ai pazienti “fragili".

Al numero fornito dall’Asp per le prenotazioni la voce registrata continua a rimandare alle “liste” che dovrebbero compilare i medici di famiglia che continuano a precisare: «Non siamo noi a dover prenotare».

«Per quali motivi invece – scrivono i camici bianchi - altri cittadini sono stati prenotati dalle Asp sulla base di tabelle non corrispondenti a quelle ufficiali del Ministero e per patologie non gravi?».

Basta caos, passiamo ai fatti

Questioni che dipingono un quadro d’insieme che restituisce l’immagine di una Regione che marcia con l’affanno rispetto a un momento in cui l’organizzazione precisa, puntuale, quasi militare, avrebbe dovuto segnare un cambio di passo.

«Esimio dottor Longo e presidente Spirlì – concludono i medici di base della Fimmg -, in questo momento i calabresi hanno bisogno di fatti concreti, non di polemiche né di dichiarazioni fatte nel tentativo di trovare colpevoli a quella che, ad oggi, sotto gli occhi di tutti, risulta essere una organizzazione della campagna vaccinale, approssimativa e confusionaria».

 

Giornalista
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