Ddl Zan, la comunità Lgbt calabrese: «Il veto di un vescovo bloccò la legge regionale»

Il militante Cerminara: «Le continue ingerenze delle gerarchie vaticane nella politica rappresentano una delle zavorre più pesanti». Ricordate anche le origini dei movimenti di liberazione gay, dai moti di Stonewall al delitto di Giarre: «Le storie di queste persone hanno assunto una valenza universale» (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Carla Monteforte
28 giugno 2021
16:20

La notte tra il 27 e il 28 giugno 1969 la polizia di New York fece irruzione in un bar di Cristopher Street. La risposta a quella retata diede vita al movimento di liberazione gay. «A volte le persone vivono delle situazioni senza sapere che stanno scrivendo un pezzo di storia ed è quello che è accaduto con i moti di Stonewall», racconta Federico Cerminara, storico militante.


Cosa distingue quelle rivolte dai pride odierni?

Un pride è frutto di una costruzione politica, i moti nacquero come reazione ad un clima di oppressione da parte delle forze dell’ordine che periodicamente facevano irruzione nel locale al solo scopo di mortificare le persone che vivevano quel luogo come spazio identitario. Con lo storico lancio del tacco è accaduto qualcosa di assolutamente non programmato: un moto collettivo di rivendicazione che in seguito è stato assunto, dal punto di vista simbolico, come incipit del movimento lgbt+ negli Stati Uniti.

Il delitto Giarre

Qualcosa di simile è accaduto in Italia

La nascita della prima cellula del movimento italiano è rappresentata dal delitto di Giarre (31 ottobre del 1980). Non c’è un motivo specifico per il quale al seguito di quel duplice omicidio si creò un’indignazione collettiva tale, sta di fatto che anche in quella circostanza le forze radicali organizzarono una serie di eventi pubblici e sentirono forte il bisogno di evitare che episodi di questo tipo potessero ripresentarsi. Stonewall e Giarre sono episodi circoscritti a vite di persone ben precise che hanno poi assunto una valenza simbolica universale. Tutti riconoscono in quei fatti quello che è l’inizio del movimento ma lungi da chi li ha vissuti l’idea di darvi vita.

Guardare al passato è fondamentale per continuare le azioni di lotta. Quelle rivolte rappresentano uno spartiacque tra un’omosessualità vissuta in una dimensione domestica e un’omosessualità che diventa rivendicazione di una identità, di un’istanza, di un manifesto. Che sposta l’asse dal privato al pubblico in termini di conquiste, diritti e riconoscimenti.

L'Italia e gli altri Paesi Ue

Domani in Spagna verrà approvato un disegno di legge che regolerà l’uguaglianza effettiva delle persone lgbt+. In Italia si fatica
Le continue ingerenze delle gerarchie vaticane nella politica italiana rappresentano una delle zavorre più pesanti. Ma sicuramente ogni qual volta avanzano forze reazionarie pongono un freno alle battaglie legate ai diritti civili. Le questioni che riguardano la comunità, e in questo caso il ddl Zan, vengono usate come arma di distrazione per portare avanti manovre autoreferenziali. La cosa più balorda è che si contrappongono due diritti fondamentali: il primo attiene alla dignità della persona regolamentata dall’art 2 e 3 della Costituzione e l’altro è il diritto di espressione.

I detrattori parlano di legge bavaglio
Il diritto di espressione è la possibilità di poter esprimere un pensiero a condizione però che da questo non derivino conseguenze che possano ledere la dignità e la qualità della vita degli altri.

Il Ddl Zan

Tra chi muove critiche al disegno di legge anche militanti e omosessuali dichiarati: Aurelio Mancuso, Anna Paola Concia, Platinette.
Alcuni sono trombati del movimento in cerca di visibilità che fanno da cassa di risonanza agli oppositori: è la cosa che mi addolora di più. Le loro critiche non hanno la finalità di rendere più fluido il ddl premesso che, anche la legge Zan, come quella sulle unioni civili, è un compromesso al ribasso. Nelle battaglie iniziali si richiedeva di identificare un reato vero e proprio e non una aggravante come in questo caso.

In passato si era discusso di una legge regionale calabrese
Con Arcigay, Certi Diritti e altre realtà lavorammo per 3 anni su una proposta di legge ma ad un certo punto tutto si bloccò. C’era stato il veto di un vescovo.

Ti dichiari gay e credente: come concili il tuo orientamento con la fede?
All’inizio è stata veramente dura. Oggi vado avanti scindendo la chiesa come luogo di potere e gerarchia e la mia fede.

Non hai incontrato eccezioni?
Quando ero in Eos organizzammo con i padri dioniani una veglia per le vittime dell’omofobia e l’unica cosa che ci chiesero era non dare eccessivo rilievo mediatico alla cosa. Facemmo volantini e affissioni e l’evento fu straordinario. Ho incontrato in più occasioni don Franco Barberio che ha passato una vita intera a promuovere un’azione di riconoscimento delle persone lgbt+ cosi come don Gallo. E ci sono testi molto importanti dell’allora arcivescovo metropolita di Milano, il cardinale Martini, che aveva istituito la cattedra dei non credenti. Quando la chiesa si pone in un atteggiamento di ascolto e sta tra la gente riesce a percepire la realtà per quella che è e non per quella che l’ideologia determina.

L'identità di genere

Il passaggio ritenuto più controverso del ddl riguarda l’identità di genere.
Questo punto dà fastidio anche alle frange integraliste del femminismo che reputano che le persone transgender non possano essere assimilate alle donne biologiche.

Parlano di “sostituzione del genere femminile”
Io non credo sia questo il senso. Si discute sempre di chi transita da uomo a donna ma quasi mai di chi fa la transizione opposta e già questo la dice lunga. È paradossale, si vorrebbe costringere all’invisibilità tutta una fetta di comunità che è sempre stata nell’ombra, relegandola alla dignità di esistere solo di notte. Le persone che subiscono gli effetti nefasti del patriarcato dovrebbero creare alleanze e non fare battaglie finalizzate ad individuare chi è più discriminato. Io auspico si possa ritornare alle questioni identitarie e al senso di comunità che gli strumenti informatici hanno fatto perdere in questo periodo di pandemia che è stato atroce

La pandemia

La crisi pandemica ha avuto effetti negativi specifici sulla comunità lgbt+?
Come accaduto alle vittime di violenza domestica anche molti figli sono stati costretti a coabitare con familiari ostili. Il covid inoltre, e questo riguarda tutti gli orientamenti, ha impedito la sessualità delle persone single. E la sessualità non è un aspetto marginale.

Tornando al ddl: ha più chance col voto segreto o palese?
Palese.

Però ci sono esponenti lib che potrebbero schierarsi a favore.
Personalmente temo di più i detrattori nelle forze progressiste.

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