Incendio Catanzaro

Dimesso dall’ospedale papà Vitaliano, la mamma: «Mio figlio è provato e ricorda poco di quella notte»

VIDEO | Torna a casa dopo 20 giorni dalla tragedia costata la vita a tre dei suoi figli. Nei giorni scorsi era stato interrogato dai carabinieri

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di Luana  Costa
9 novembre 2022
13:33

Vitaliano Corasoniti è stato dimesso questa mattina dall’ospedale, dove era stato ricoverato nella notte tra il 21 e il 22 ottobre scorso a seguito dell’incendio scoppiato all’interno della sua abitazione di via Caduti 16 marzo a Catanzaro. Dopo quasi venti giorni di degenza e di cure mediche l’uomo ha lasciato il reparto di Medicina, dove ha continuato ad essere tenuto sotto osservazione per problemi respiratori causati dall’inalazione dei fumi sprigionati dal rogo.

All'uscita dall'ospedale l'uomo è apparso ancora molto provato, accompagnato dal figlio dimesso circa una settimana fa e dalla madre Maria Francesca Spina, la quale ha dichiarato: «Al momento ci sono ancora indagini in corso e vige il massimo riserbo per cui non posso rilasciare nessuna dichiarazione su quanto accaduto. Mio figlio è molto provato per quanto avvenuto e ha riportato seri danni ai polmoni. Dio deve darmi la forza per poterla dare a lui. Voglio solo giustizia». Per quanto riguarda la notte del rogo ha aggiunto: «Purtroppo mio figlio non ricorda tutto anche a causa di ciò che ha vissuto. Per adesso ha solo vaghi ricordi di quella notte».


Nei giorni scorsi, l’uomo era stato interrogato dai carabinieri, cui la Procura ha delegato le indagini per omicidio e disastro colposo. Anche la moglie, Rita Mazzei, è stata sentita, entrambi hanno risposto alle domande degli investigatori su cui vige il massimo riserbo. I militari dell'arma stanno passando al setaccio le dichiarazioni e alla luce degli ulteriori elementi emersi hanno proceduto ad eseguire ulteriori accertamenti per comprendere la genesi del rogo.

Al momento l’unica cosa certa è che l’incendio non sia stato appiccato dall’esterno o con l’intervento di terze persone dal di fuori dell’appartamento. Esclusa, quindi, ogni ipotesi riconducibile ad estorsione o racket, o qualsiasi altro dissidio o contrasto maturato nei confronti della famiglia nel contesto sociale in cui vivevano. Si cercano, dunque, elementi utili all’interno del perimetro domestico e in ragione di ciò nei prossimi giorni si svolgeranno nuovi accertamenti tecnici all’interno dell’abitazione, in particolare, sull’impianto elettrico.

La donna ha poi smentito alcune informazioni riguardanti l'entità del denaro ritrovato in casa del figlio: «Da 70mila euro siamo scesi a 30 e da 30 a 5mila. Non è assolutamente vero. Si tratta di risparmi perché mio figlio ha sempre lavorato e andava a fare mercato dalla mattina alla sera».

Giornalista
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