Il rinvio a giudizio

Documenti di Giolitti e reperti archeologici, a processo presunto trafficante di opere d’arte catanzarese

Venivano esposti in un bar ristorante a Soverato per esser messi all'asta, ritrovati anche pezzi non autentici. Nei guai un 45enne di Montepaone 

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di Luana  Costa
4 marzo 2022
14:23

Reperti archeologici esposti all'interno di un bar-ristorante con tanto di cartellino descrittivo e prezzo. Utensili da taglio egizio del periodo predinastico, asce in pietra del periodo neolitico, punte di freccia in metallo e fossili di stella marina esposti e messi in vendita all'asta nell'esercizio commeciale Millefiori a Soverato.

Le accuse nei riguardi di un 45enne di Montepaone

Ricettazione e contraffazione di opere d'arte sono i reati di cui dovrà rispondere Alessandro Diaco, 45 anni di Montepaone, rinviato a giudizio nei giorni scorsi dal gup del Tribunale di Catanzaro, Antonio Battaglia. Il sostituto procuratore, Silvia Peru, aveva chiesto infatti il processo per il 45enne accusato di esporre e vendere opere d'arte autentiche o falsificate.


Reperti autentici

Alessandro Diaco sarebbe, ad esempio, entrato in possesso acquistandoli o ricevendoli da altri una serie di reparti archeologici autentici. Tra quelli esposti nel bar Millefiori di Soverato: un utensile da taglio in pietra egizio del periodo predinastico con prezzo a base d'asta di duemila euro, una ascia in pietra del periodo neolitico messo in vendita a duemila euro, un volto in terracotta decritto come probabilmente di epoca romana e un frammento di statua lapideo del periodo greco classico.

Il visto di Giolitti e le opere falsificate

Tra gli articoli di pregio anche il documento originale emesso dal ministero dell'Interno riguardante una richiesta per il rilascio della cittadinanza italiana contenente a margine il visto di approvazione dello storico politico italiano Giovanni Giolitti e la data 22 agosto 1922, Roma. Inizialmente il documento era esposto nel bar Millefiori e successivamente in un locale di sua proprietà a Montepaone. 

Molti anche i reperti ritrovati, ritenuti falsi, ma ugualmente esposti e messi all'asta. In questo caso il reato contestato è di contraffazione di opere d'arte perchè pur conoscendone la falsità poneva in commercio con cartellini descrittivi che ne attestavano l'autenticità beni di natura archeologica e paleontologica contraffatti. Un vaso in metallo spacciato per egizio, statue in legno e terracotta, uin pendente in terracotta fenicio, una lampada ad olio del periodo romano, una collana di pietra, una fibula in metallo e un dente di cetaceo descritto come: sente di megalon ben conservato. Luogo di ritrovamento South Carolina, Usa. Età tra i 12 e i 15 milioni di anni.

Giornalista
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