Migranti, arrestati presunti scafisti dell'ultimo sbarco di Reggio

Si tratta di tre cittadini ucraini probabili membri di un’organizzazione dedita all’emigrazione clandestina
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di Redazione
11 aprile 2018
11:23

A conclusione di serrate indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, gli investigatori della 2^ Sezione Criminalità Straniera della Squadra Mobile di Reggio Calabria - unitamente al personale della Nave “Oreste Corsi e della Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza - hanno fermato Dudka Bohdan (classe 1994), Sydorenko Serhii (classe 1995) e Ukolov Mykyta (classe 1996), ucraini, gravemente indiziati di essere stati al comando del veliero sul quale hanno viaggiato i 36 migranti di origine irachena sbarcati al porto di Reggio Calabria lo scorso 6 aprile.

L’attività investigativa ha avuto origine da un’allerta pervenuta, alle prime ore del 6 aprile, da un aereo Frontex impegnato nelle consuete attività di perlustrazione, il quale ha segnalato la presenza di un natante a vela di circa 9 metri, battente bandiera statunitense, con presunti migranti a bordo.
Il natante è stato agganciato e bloccato dalla Guardia Costiera e da una motovedetta delle Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza.
Nel corso delle prime verifiche, è stata riscontrata la presenza di 36 migranti iracheni, tra cui due donne e un minore, e di tre ucraini al comando dell’imbarcazione a vela.
Terminate le operazioni di recupero, il natante è stato condotto al porto di Reggio Calabria.


Dopo una serrata attività di indagine si è potuto apprendere che i migranti si erano imbarcati in Grecia tre giorni prima. L’attività investigativa ha inoltre fatto luce sulle modalità del viaggio, avvenuto a bordo di un’imbarcazione sovraccarica a tal punto da comprometterne la sicurezza della navigazione, senza viveri e strumenti di salvataggio, senza la possibilità di poter addirittura espletare i più normali bisogni fisiologici. Inoltre, i migranti avrebbero pagato una somma di circa 5.000 euro ciascuno per affrontare il viaggio.

Il quadro emerso dalle ricostruzioni ha evidenziato il ruolo dei tre ucraini, probabili componenti di un’associazione per delinquere di matrice transnazionale finalizzata all’emigrazione clandestina dalle coste della Grecia all’Italia.

Il natante utilizzato per la commissione del reato è stato posto sotto sequestro dalla Guardia di Finanza e dalla Guardia Costiera, mentre il G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria ha convalidato il fermo dei tre cittadini ucraini emettendo nei confronti degli stessi ordinanza di custodia cautelare in carcere.

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