‘Ndrangheta

Va a processo l’ex sindaco di Isola Capo Rizzuto: è accusato di essere uno dei politici di riferimento del clan Arena

Per la Dda di Catanzaro Gianluca Bruno avrebbe favorito i vertici della cosca e garantito loro la compiacenza delle strutture comunali. Rinviati a giudizio anche l’ex governatore della Misericordia e un funzionario della Prefettura di Crotone per una presunta “mazzetta” da 10mila euro

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di Alessia Truzzolillo
20 gennaio 2024
12:33

Il gup di Catanzaro, Arianna Roccia, ha rinviato a giudizio l’ex sindaco di Isola Capo Rizzuto, Gianluca Bruno, 42 anni, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Le indagini che hanno condotto al processo di Bruno, difeso dagli avvocati Luigi Villirri e Carlo Petitto, sono un troncone dell’inchiesta Jonny della Dda di Catanzaro che vede coinvolte la consorteria Arena nell’illecita gestione del Centro di accoglienza per migranti (Cara) di Isola le cui cure, fino al 2017, erano state affidate all’associazione Misericordia governata da Leonardo Sacco.

Le accuse nei confronti di Bruno

L’ex sindaco è accusato di avere fornito «un contributo concreto, specifico e volontario per la conservazione ed il rafforzamento delle capacità operative dell’associazione» di ‘ndrangheta degli Arena «con la consapevolezza circa i metodi e i fini dell’associazione stessa, e ciò faceva mettendosi a disposizione della cosca ed, in particolare, degli esponenti di vertice Antonio Poerio, Fernando Poerio e Leonardo Sacco, con i quali manteneva stretti contatti, consentendo, tra l’altro, ai membri di vertice del sodalizio di poter acquisire lotti immobiliari nel Comune di Isola di Capo Rizzuto, garantendo loro la compiacenza delle strutture comunali, ponendosi quale figura di riferimento istituzionale capace di interloquire con i diversi enti (in primis Provincia ed istituzioni governative) al fine di garantire alla Misericordia ed ai suoi fornitori il controllo degli appalti serventi il Cara ed il recupero dei crediti ivi afferenti, con tali condotte agevolando le attività del sodalizio che risultava rafforzato nella sua capacità operativa e nel conseguimento dei propri scopi con un accresciuto senso di sicurezza e una maggiore manifestazione della capacità di intimidazione e condizionamento».


La “mazzetta” da 10mila euro per corrompere il ragioniere della Prefettura

Il processo nei confronti di Bruno avrà inizio il prossimo 10 maggio davanti al Tribunale collegiale di Crotone. In quella data la posizione di Bruno sarà riunita a quella di Leonardo Sacco e di Carmelo Giordano, ragioniere in servizio alla Prefettura di Crotone. I due, difesi rispettivamente dagli avvocati Francesco Verri e dall’avvocato Panuccio, devono rispondere di corruzione poiché, secondo l’accusa formulata dal pm Pasquale Mandolfino, Giordano - dopo che la Prefettura di Crotone sottoscriveva una convenzione con la “Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia” per la gestione del centro per immigrati di Isola – avrebbe ricevuto somme di denaro, in particolare una tranche da 10mila euro, da Leonardo Sacco.

In cambio il funzionario avrebbe omesso il controllo sul subappalto da parte della “Fraternità di Misericordia” del servizio di mensa per gli ospiti della struttura ad altre imprese. In particolare avrebbe omesso di richiedere alla “Fraternità di Misericordia” i documenti attestanti i pagamenti effettuati alle imprese di ristorazione subappaltatrici succedutesi nel tempo. Tutte imprese riconducibili a soggetti sostenuto dalla cosca Arena. In questo modo la Misericordia governata da Sacco avrebbe potuto effettuare pagamenti incontrollati e senza vincoli di rendicontazione in favore dei gestori di fatto del servizio mensa.

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