La Corte di Cassazione aveva rinviato gli atti ai giudici di secondo grado per la rideterminazione della pena dei principali imputati. Invocati 3 anni per Emilio Santoro
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Quattro anni per Marco Petrini e tre anni per Emilio Santoro. È questa la richiesta di pena formulata questa mattina dal procuratore generale nell’ambito dell’appello bis del procedimento “Genesi” che si sta celebrando davanti la Corte d’Appello di Napoli.
L’inchiesta, istruita dalla Procura di Salerno, che nel gennaio del 2020 ha ipotizzato diversi episodi di corruzione nel distretto giudiziario catanzarese, era infatti giunto al terzo grado di giudizio. La Corte di Cassazione, tuttavia, nel marzo dello scorso anno ha annullato la sentenza della Corte d’Appello di Salerno rinviando gli atti a Napoli per la rideterminazione della pena in conseguenza della riqualificazione del reato nei confronti dei principali indagati.
Nello specifico, il reato inizialmente contestato di corruzione in atti giudiziari è stato derubricato in corruzione per l’esercizio delle funzioni. Questa mattina il procuratore generale ha quindi chiesto una condanna a quattro anni di reclusione nei confronti di Marco Petrini, ex presidente di sezione della Corte d’Appello di Catanzaro e tre anni nei confronti di Emilio Santoro, medico in pensione e intermediario che avrebbe agevolato le corruzioni e le dazioni di denaro in cambio di sentenze favorevoli da parte del magistrato.
Nel gennaio del 2023 la Corte d’Appello di Salerno aveva già emesso una sentenza di condanna a 4 anni e 4 mesi per Marco Petrini e a 3 anni e 2 mesi nei confronti di Emilio Santoro. La Suprema Corte nelle motivazioni di annullamento della sentenza di secondo grado ha tuttavia evidenziato che «non è sufficiente il generico asservimento dell'operatore giudiziario agli interessi del corruttore» per configurare il reato di corruzione in atti giudiziari, questa fattispecie prevede che «il patto corruttivo abbia ad oggetto uno o più procedimenti giudiziari ma comunque specifici e determinati».
Corruzione, ma non in atti giudiziari bensì per la funzione. Questa ragione del rinvio degli atti alla Corte d’Appello di Napoli per la rideterminazione della pena. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Francesco Calderaro e Vincenzo Maiello per la difesa di Marco Petrini e Michele Gigliotti per la difesa di Emilio Santoro.