La decisione

Gentlemen 2, cadono tutte le accuse: scarcerato Pasquale Forastefano (ma resta in cella per l’inchiesta Kossa)

Il presunto ‘ndranghetista, che rimane al 41 bis, è accusato di far parte di una presunta associazione dedita al narcotraffico e allo smercio internazionale di armi

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di Antonio Alizzi
7 febbraio 2024
14:12

Disposta la scarcerazione di Pasquale Forastefano, ritenuto dalla Dda di Catanzaro quale presunto capo dell’associazione Abbruzzese-Forastefano dedita al narcotraffico e al traffico d’armi su scala mondiale.

Il Riesame di Catanzaro in sede di rinvio della Corte Suprema di Cassazione ha annullato tutti e dieci i capi d’accusa. Il nome di Pasquale Forastefano spicca tra i 25 arrestati nell’ambito della maxi-inchiesta antidroga su scala internazionale ed intercontinentale denominata “Gentlemen 2” scattata all’alba dello scorso 5 giugno in esecuzione di un’ordinanza applicativa di misure cautelari in carcere emessa dal Giudice per le indagini preliminari di Catanzaro, su richiesta della procura distrettuale antimafia.


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Secondo l’accusa Pasquale Forastefano, detto “l’animale”, avrebbe capeggiato un’associazione operativa nel settore del traffico di sostanze stupefacenti e delle armi in ambito internazionale (Spagna e Serbia) ed intercontinentale (Sud America).

In particolare, a Forastefano era stato contestato di aver diretto l’associazione insieme a Nicola Abbruzzese alias “Semiasse”, assumendo un ruolo decisionale nella gestione di tutte le trattative inerenti all’importazione di armi e di colossali quantitativi di hashish, eroina e cocaina dal Sud America e dall’Europa centro-balcanica.

Tramite una rogatoria internazionale le Autorità giudiziarie francesi, olandesi e belghe, coordinate da Europol ed Eurojust, avevano hackerato un server della società americana Sky-Ecc, mediante la quale soggetti di tutto il mondo avrebbero scambiato messaggi al riparo dalle intercettazioni delle forze dell’ordine.

Secondo la Dda di Catanzaro tra gli utilizzatori di un criptofonino Sky-Ecc vi sarebbe stato anche Pasquale Forastefano, il quale avrebbe utilizzato l’avveniristico apparecchio rivelando modalità di approvvigionamento, di trasporto, costi e quantitativi dello stupefacente e delle armi importate.

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Le censure difensive

Contro l’accusa di direzione dell’associazione e di altri otto capi d’accusa riguardanti le importazioni di droga ed armi da tutto il mondo, Pasquale Forastefano aveva proposto ricorso al Tribunale del riesame, il quale lo scorso 3 luglio aveva confermato l’ordine di custodia in carcere.

Anche tale decisione è stata impugnata da Forastefano davanti alla Corte Suprema di Cassazione, la quale - all’esito dell’udienza che si è tenuta il 5 dicembre 2023 - ha accolto il ricorso presentato dagli avvocati Pasquale Di Iacovo del Foro di Castrovillari e Cesare Badolato del Foro di Cosenza e di conseguenza ha annullato con rinvio per nuovo esame tutti e dieci i capi d’accusa contestati all’indagato.

I cassazionisti Di Iacovo e Badolato avevano esposto nel ricorso molteplici incongruità della motivazione con la quale erano stati ritenuti non fondati i rilievi che la difesa aveva mosso in relazione alla capacità dimostrativa - delle intercettazioni telefoniche ed ambientali - di rappresentare con certezza l’utilizzo del criptofonino Sky-Ecc da parte di Forastefano.

Pasquale Forastefano era già stato sottoposto nel mese di ottobre del 2022 al regime del carcere duro nell’ambito di un altro maxiprocesso denominato operazione “Kossa”.

Per quanto riguarda la maxinchiesta “Gentlemen 2”, in conseguenza dell’annullamento con rinvio da parte della Cassazione, nei confronti dell’indagato si è celebrato martedì scorso un nuovo giudizio davanti al Tribunale del riesame di Catanzaro, il quale - tenuto conto delle indicazioni che gli sono state fornite dai giudici romani – hanno accolto il ricorso degli Avvocati Di Iacovo e Badolato, disponendo l’immediata liberazione di Forastefano dal carcere di Parma, in cui lo stesso si trova detenuto al carcere duro del 41-bis. Tuttavia, l’imputato rimarrà in carcere per “Kossa”, ora in fase del giudizio d’appello.

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