Morte Matacena, il legale di Maria Pia Tropepi: «Il loro matrimonio regolare. Il testamento? Ha voluto dare merito all’unica persona vicina»
L'avvocato dell'ultima moglie dell'ex parlamentare reggino di Forza Italia, indagata per omicidio: «Vengono fatte dichiarazioni fuorvianti e non aderenti a realtà». Sulla cremazione: «Era lui a volerla»
«Nei giorni scorsi abbiamo assistito al susseguirsi di dichiarazioni fuorvianti, e non sempre aderenti al dato reale, che hanno colpito la vita della signora Maria Pia Tropepi, interessando solo marginalmente la vicenda giudiziaria, peraltro ancora caratterizzata dallo svolgimento di accertamenti». Lo afferma, in una nota fatta pervenire all'Ansa, l'avvocato Attilio Parrelli, legale di Maria Pia Tropepi, indagata per omicidio dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria in relazione alla morte del marito, l'ex parlamentare di Forza Italia Amedeo Matacena, deceduto nel settembre 2022 a Dubai, dove era latitante da quasi 10 anni.
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«La mia assistita - scrive l'avvocato Perrelli - è conscia dell'interesse che suscitano i fatti, ma stigmatizza quelle pubblicazioni che, lontane dalla realtà, tendono solo a adombrare tratti della sua vita privata. Per tali ragioni, appare doveroso fornire alcune precisazioni. Il rito religioso con il quale si è legata al compianto Amedeo Matacena si è svolto regolarmente ed è stato officiato da un Ministero di culto keniota. Il certificato reca nell'intestazione 'Republic of Kenya' in ragione della nazionalità dell'officiatore (imam) che ha provveduto a svolgere il rito islamico e successivamente a registrare l'atto nel proprio Paese. La signora Tropepi ha definito la procedura diretta alla cessazione degli effetti civili del matrimonio contratto con il precedente marito, che ha personalmente rilasciato una specifica procura notarile per consentirne il regolare svolgimento e, pertanto, risulta essere di 'stato libero'».
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«Lo stato di salute di Amedeo Matacena - afferma ancora il legale nella nota - poteva essere noto solamente a chi, negli anni, ha continuano a mantenere un contatto, anche sporadico, con lui. Va da sé che coloro che restano sorpresi dallo scoprire che soffrisse di plurime patologie erano usciti, e da molto tempo, dalla sua vita relazionale ed affettiva. L'esistenza di due testamenti, rilasciati a distanza di oltre 10 anni, è legata agli avvenimenti che hanno colpito Amedeo in quel lungo arco temporale ed alla sua volontà, dopo la morte della madre, di riconoscere un merito all'unica persona che gli era vicino. Quando è avvenuto il decesso della signora De Carolis, madre di Amedeo, fu lui, e non certamente la signora Tropepi, che non prese parte in alcun modo a tale decisione, a chiedere la cremazione della madre. Pratica che apprezzava a tal punto da disporre che anche per il proprio corpo si attuasse la stessa procedura».