Sono gli stessi giudici a fotografare la drammatica situazione dell’arretrato da smaltire in Tribunale motivando con le ultime ordinanze l’impossibilità di andare a sentenza anche per i procedimenti giunti da tempo a conclusione e più volte rinviati
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Se non è un “collasso” poco ci manca. E’ la situazione della giustizia civile a Vibo Valentia che sconta ritardi da record e decisioni che arrivano fuori tempo massimo per i comuni mortali e le parti in causa. L’arretrato da smaltire è talmente enorme a Vibo Valentia che gli stessi giudici del locale Tribunale non riescono ormai da tempo neanche a trattenere in decisione le cause per le quali le parti hanno già da tempo rassegnato le proprie conclusioni. Una situazione talmente grave che tale impossibilità per i giudici di poter trattenere le cause in decisione viene ormai messa nera su bianco persino negli stessi verbali di udienza di procedimenti a trattazione scritta. Si leggono così di rinvii su rinvii, da ultimo ai mesi di marzo, aprile e persino maggio 2026. Nei giorni di udienza spesso lo stesso giudice si ritrova infatti con la fissazione di molteplici controversie che vengono tutte per la precisazione delle conclusioni da parte di attore e convenuto. E si tratta di procedimenti già precedentemente rinviati più volte per la precisazione delle medesime conclusioni. Sullo stesso ruolo del giudice – ed anche questo risulta da recenti verbali di udienza – pendono “controversie ultradecennali”, tanto che il presidente del Tribunale con provvedimento del 4 novembre dello scorso anno ha disposto la “redistribuzione di numerosi procedimenti connotati da urgenza e pendenti sui ruoli civili monocratici e collegiali attualmente privi di titolare”. Mancano, dunque, magistrati per affrontare le cause e smaltire l’arretrato civile a Vibo Valentia e sono gli stessi giudici a farlo presente alle parti nelle loro ordinanze di rinvio delle udienze.
“Avuto riguardo a criteri razionali di distribuzione dei giudizi, tenendo conto prioritariamente dell’anzianità di iscrizione, del carico del ruolo e degli ordinari standard di esigibilità”, ecco così che le cause iscritte nel 2021, nel 2022, nel 2023, nel 2024 e nel 2025, ma anche quelle più datate, vengono rinviate di continuo a lungo termine affinchè arrivi il giorno in cui – finalmente – possano essere trattenute in decisione. Ma non è neanche detto che nelle udienze individuate per il rinvio, le cause vengano trattenute per l’emissione della sentenza. E sono sempre i medesimi giudici civili a farlo presente nelle loro recenti ordinanze. “E’ necessario differire la causa più recente ad altra udienza – si legge in una delle tante recenti ordinanze di rinvio – nella quale potrà verosimilmente essere assunta in decisione”. Verosimilmente, appunto. Come dire: non è affatto scontato che rinviando al prossimo anno le udienze si arrivi poi a sentenza, atteso che per smaltire l’arretrato “si impone una razionalizzazione nella distribuzione dei procedimenti” ed attualmente i giudici hanno trattenuto in decisione cause civili iscritte nell’anno… 2012!
Inutili al momento le “proteste” dell’avvocatura vibonese, la cui voce sui ritardi nella giustizia civile manca di un grido d’allarme forte, unitario e, soprattutto, davvero capace di incidere davvero per la risoluzione di un problema (la carenza di magistrati e lo smaltimento dell’arretrato civile) che si trascina da anni e che – nel silenzio più o meno generale – ha raggiunto livelli insostenibili.
Il taglio del 40% dei tempi processuali necessario a centrare entro il 20 giugno 2026 gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza rischia di rimanere in tutta Italia – è quasi una certezza – una chimera irraggiungibile. Ma a Vibo Valentia la situazione della giustizia civile “lumaca” è talmente drammatica che emerge persino dal monitoraggio annuale condotto e registrato dal Ministero della Giustizia. Lo scorso anno, infatti, il Disposition time - ovvero l’indicatore principale che stima la durata prevedibile dei procedimenti in Italia – è rimasto di circa 16 mesi, passando dai 486 giorni del 2023 ai 488 del 2024, che in termini percentuali indica un aumento del +0,4. A guidare la classifica dei Tribunali con il lasso temporale più ampio previsto per la chiusura delle cause civili c’è Trieste con 1207 giorni, seguita – neanche a dirlo – da Vibo Valentia dove in media per chiudere una causa civile occorrono ben 1171 giorni, cioè oltre tre anni. E magari fossero davvero tre anni (il calcolo del Ministero fa una media dei tempi), atteso che attualmente i pochi giudici che si occupano del civile a Vibo Valentia hanno mandato in decisione procedimenti iscritti tra il 2012 e il 2016. Una situazione per la quale ogni ulteriore commento appare superfluo e che dovrebbe solo far riflettore a lungo tutti gli operatori del diritto, ma anche cittadini, associazioni e la politica.

