Dieci anni di torture e stupri, negli atti di indagine il racconto dell'orrore di Gizzeria

L'avvocato intanto respinge ogni accusa per il suo assistito che era stato già condannato per reati analoghi
di Tiziana Bagnato
25 novembre 2017
14:04

Per il Gip Aloisio Francesco Rosario Giordano deve restare in carcere. Intanto però uno dei suoi legali Salvatore Sisca, intervistato da LaCNews24, respinge ogni addebito per il suo assistito. Il cinquantaduenne è ritenuto responsabile dei reati di maltrattamenti in famiglia, riduzione in schiavitù e violenza sessuale pluriaggravata.  In una baracca angusta e diroccata nelle campagne di Gizzeria, senza luce né servizi igienici, in condizioni insalubri, con topi ed insetti, sedie utilizzate come water, letti fatti di cartone. Aloisio avrebbe segregato la compagna romena di 29 anni, costretta da oltre dieci anni a subire violenze sessuali dalle quali sarebbero nati due bambini.

 


L'avvocato respinge ogni accusa

Per l’avvocato, quello raccontato con toni sensazionali dai media, non è altro che lo scenario di un forte degrado «Aloisio non lavorava da tempo- spiega- negli ultimi quattro, cinque anni non ha lavorato, tranne l’estate scorsa in cui è stato giardiniere in un residence dove ha vissuto con la compagna e i bambini. In quella baracca ci stavano solo provvisoriamente, erano in cerca di una casa». «Non risponde al vero – aggiunge –che ci siano state le violenze sessuali sulla compagna e che sia stata privata della libertà. Non è vero che è stata trovata legata. E’ stata trovata chiusa perché lui era andata a prendere il figlio a scuola. Vivendo in aperta campagna lei aveva paura e chiudevano la porta con un catenaccio. Ha chiesto lei di essere chiusa».

 

Nemmeno la madre e la sorella dell'uomo erano a conoscenza dell'esistenza della donna e dei figli

Nell’ordinanza di fermo le accuse parlano, invece, di ripetuti e crudeli atti di violenza sessuali. La donna sarebbe stata costretta ad uscire di casa solo in compagnia dell’indagato e addirittura nascosta nell’autovettura per non essere vista. A questo scopo la macchina sarebbe stata munita di tendine ai finestrini. Figli e compagna sarebbero stati trattati alla stregua di un oggetto tanto che nemmeno la sorella e la madre dell’indagato erano a conoscenza della loro esistenza.

 

Così la giovane venne adescata 


Negli atti di indagine la donna racconta come sia sta avvicinata da quello che poi sarebbe diventato il suo aguzzino quando aveva solo 19 anni con la scusa di farle fare da badante alla madre. In realtà si trattava della compagna dell’uomo gravemente malata di tumore alle ossa. La giovane agli inquirenti ha detto di avere assistito alle violenze subite da questa senza immaginare che sarebbe toccato anche a lei. Già all’epoca, inoltre, sarebbe stata chiusa a chiave dentro casa insieme alla compagna dell’aguzzino.

 

Giordano insegnava ai figli di 9 e 3 anni a picchiare la madre 


Le violenze non si sarebbero mai fermate, nemmeno durante la gravidanza. Vere e proprie torture quelle subite dalla giovane, con oggetti di ogni genere, cavi elettrici, percosse e morsi, tanto da farla svenire più volte. L’uomo istigava anche il figlio a picchiare la madre, a sputarle addosso, a darle della poco di buono.Negli ultimi tempi Giordano aveva iniziato ad insegnare anche alla figlia di appena tre anni a picchiare la madre con un palo. Poi la gelosia ossessiva. Nonostante la segregazione la donna veniva accusata di avere rapporti con altri uomini, addirittura con il figlio. Ecco perché le era stato dato il divieto di toccarlo, anche solo per lavarlo. 

 

L'uomo era stata già in carcere per reati analoghi

Giordano era già stato condannato nel 1995 a cinque anni di carcere per vari reati tra cui sequestro di persona, violenza sessuale, maltrattamenti e lesioni contro una donna che all’epoca aveva 23 anni. Scontò poco meno di cinque anni in prigione e uscì nel 1999.

 Tiziana Bagnato

Giornalista
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