Riceviamo e pubblichiamo da Alfonso Dattolo: 

Egregio direttore, nell’articolo pubblicato sulla vostra testata online sulla sentenza con il rito abbreviato “Glicine-Acheronte”, nel quale sono stato assolto per non aver commesso il fatto, leggo incredibilmente una ricostruzione deludente e fuorviante.
Riportare nuovamente il capo di imputazione, tra l’altro volutamente alterato, invece di cercare di esaltare le ragioni di una sentenza che tra l’altro demolisce il teorema dell’accusa e cioè che nessuno dei fatti contestati è stato commesso non rende giustizia e soprattutto non dà un buon servizio di imparzialità e corretta informazione. A maggior ragione, caro direttore, visto che le notizie poi assumono una visibilità diversa l’assoluzione dovrebbe avere gli stessi caratteri cubitali che vengono riservati per le richieste di rinvio a giudizio ma sappiamo che cosi non è ed è proprio per questo che diventa addirittura beffardo commentare le sentenze di assoluzione riproponendo le accuse.
L’articolista credo non possa neanche immaginare cosa si prova e che effetti ha sui propri familiari una vicenda giudiziaria qualsiasi essa sia.

Alfonso Dattolo


Nell’articolo è stato riportata l’assoluzione per non aver commesso il fatto e che l’accusa sui reati contro la pubblica amministrazione non ha retto. Nessuna sentenza è stata commentata ma è stato sintetizzato in due righe (non fuorvianti ma sintetiche) il reato dal quale il signor Dattolo è stato assolto (è diritto di cronaca e dovere verso il lettore). Le ragioni della sentenza verranno riportate quando avremo le motivazioni del giudice.

Alessia Truzzolillo