Giustizia

Gratteri: «Paura di morire? Io con la morte ci parlo, non potrei mai vivere da vigliacco e codardo»

Riforme, politica, 'ndrangheta e guerra: questi tra i temi affrontati dal magistrato a DiMartedì. Sulla mancata nomina alla Procura nazionale ribadisce: «Io sono il felice procuratore di Catanzaro» (ASCOLTA L'AUDIO)

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di M. S.
1 giugno 2022
11:05
Gratteri a DiMartedì
Gratteri a DiMartedì

«Paura di morire? Io con la morte ci parlo, ci ragiono e cerco di razionalizzarla». Risponde così il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri ospite della trasmissione DiMartedì in onda su La7 alla domanda di Giovanni Floris. Il riferimento è alle ultime intercettazioni relative al progetto della cosche «di farlo saltare in aria».

«Mi dico che nella vita ho avuto grandi soddisfazioni. Sono partito da un paesino di 2mila abitanti, Gerace. Ora parlo di cose importanti, impossibile da pensare quaranta anni fa. Ho avuto grandi soddisfazioni, mai potrei vivere da vigliacco e da codardo».


«La 'ndrangheta può avere un vantaggio dalla guerra»

Il ragionamento parte però dalla guerra in Ucraina e dal pericolo che la 'ndrangheta e le cosche possano poi avere a disposizione ancora più armi: «Sicuramente - dice Gratteri - alla fine ci saranno armi più pesanti e pericolose della guerra dell'ex Jugoslavia. Oggi c'è il problema della non tracciabilità delle armi date in Ucraina. Chi fornisce armi ha il dovere di porsi il problema già da ora». Un allarme che si unisce a quello lanciato per il Pnrr: «Le cosche sono già pronte a impossessarsi di questi soldi».

«La riforma dell'ordinamento giudiziario è un disastro»

Quindi il riferimento al Governo Draghi: «Da quando si è insediato non ha pronunciato un solo discorso sul contrasto alle mafie. Ha solo letto un pezzo di relazione della Dia, ma noi volevamo che ci dicesse cosa intende fare dal punto di vista normativo. Questo Esecutivo ha fatto riforme che non servono a nulla, non servono a dire risposte a chi ha sete di giustizia. La riforma dell'ordinamento giudiziario è un disastro. Per la giustizia tutto ciò che è stato fatto da questo Governo danneggia i cittadini».

I 28 milioni per le "casette dell'amore"

Netto il giudizio del procuratore di Catanzaro anche sulle cosiddette "casette dell'amore" che consentono ai detenuti di incontrare le persone alle quali sono affettivamente legate: «Sono stati stanziati 28 milioni di euro per le case dell'amore in carcere mentre mancano 18mila uomini della penitenziaria, questo vuol dire che ci sono carceri non controllate. Io avrei usato questi soldi anche per finanziare le case terapeutiche e far uscire dal carcere i tossicondipendenti che hanno commesso reati per comprarsi la droga, per i pazzi, per costruire le Rems, strutture per curarle. Sono queste le priorità».

«Non entrerò in politica»

Ribadisce quindi la sua non intenzione di scendere in politica: «Non ho incontrato né Meloni né Letta a Catanzaro, non penso assolutamente di entrare in politica. Ho buoni rapporti con tanti parlamentari, da destra a sinistra. Parlo con tutti. Ogni settimana faccio ricevimento nel mio ufficio. Ci sono persone che nessuno ascolta e che vogliono denunciare, parlo anche con i pazzi. È importante parlare con tutti».

«Sono il felice procuratore di Catanzaro»

Non poteva poi mancare un riferimento alla mancata nomina alla Procura nazionale: «Melillo è un bravissimo procuratore, organizzerà bene la Dna. Io sono il felice procuratore di Catanzaro ma è assurdo non poter rimanere più di otto anni. Se rimanessi oltre il 16 maggio 2024 il giorno dopo sarei il sostituto procuratore». 

Giornalista
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