Riciclaggio

I fondi neri occultati all’estero per comprare l’albergo in Trentino: così i coniugi Arpaia frodavano il fisco

VIDEO | Cinquecento mila euro fatti rientrare in Italia da Malta e un milione di euro trasferito in Svizzera grazie ad un intermediario milanese. Società come scatole cinesi e fatture per operazioni inesistenti. Ai domiciliari l'ex presidente della Vigor e sua moglie (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Luana  Costa
17 febbraio 2022
14:23

Cinquecentomila euro giunte in Italia da un istituto di credito maltese. È da qui che prende le mosse l'indagine messa a segno questa mattina dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Catanzaro - coordinata dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme - che ha portato all'esecuzione di quattro misure cautelari degli arresti domiciliari nei confronti di Claudio Arpaia, imprenditore lametino ed ex presidente della società di calcio Vigor Lamezia, di sua moglie Annamaria Del Gaudio, un consulente di Milano Armon Rossi e l'imprenditore trentino Mauro Armani.

La "falsa" eredità

L'ipotesi di accusa avanzata oggi dalla Procura è di autoriciclaggio e nasce da due notizie di reato trasmesse nel 2018 dall'Agenzia delle Entrate con cui si rilevava la «falsità delle dichiarazioni rese dai coniugi Arpaia con la domanda di accesso alla procedura di collaborazione volontaria internazionale».


Entrambi avevano infatti dichiarato che le somme provenivano da una eredità lasciata dalla madre di Claudio Arpaia e rinvenuta all'interno di una cassetta di sicurezza aperta nell'istituto bancario Credito Emiliano di Lamezia Terme. Tuttavia, oggi il Gip, Francesco De Nino, giunge alla conclusione che «deve escludersi la provenienza della somma da una eredità lasciata da Antimina Savino giacente nella cassetta, in quanto costei non aveva mai fatto accesso a tale cassetta. La falsità delle dichiarazioni risulta poi avvalorata dal fatto che deve piuttosto ritenersi che tale somma provenisse dalla commissione di reati tributari».

Gli investimenti 

«Più precisamente sussistono gravi indizi, precisi e concordanti che Claudio Arpaia e sua moglie, nell'ambito della gestione della Francesco Arpaia snc abbiano utilizzato la cassetta di sicurezza per la gestione dei contanti derivanti dai reati tributari». La società di proprietà dei due coniugi ha sede a Lamezia Terme e, secondo la ricostruzione delle Fiamme Gialle, avrebbe beneficiato in parte degli investimenti effettuati con i 500mila euro fatti rientrare nel maggio 2017 da Malta attraverso un bonifico all'istituto Credito Emiliano di Lamezia Terme ma non solo. Una parte delle somme è stata inoltre destinata alla Luxe, altra società di famiglia, utilizzata poi per acquistare un terreno su cui è in corso di realizzazione un immobile. 

Reticolo di bonifici

«La somma di denaro - annota il gip - oggetto di disclosure non veniva impiegata direttamente nelle società; al contrario, il suo impiego avveniva solo all'esito di un reticolo di bonifici funzionali e concretamente idonei a simulare un prestito e ad ostacolare la provenienza del denaro investito. Le emergenze investigative rendono peraltro evidente che la costituzione della Luxe fosse preordinata all'investimento di parte del denaro proveniente da Malta nell'acquisto di un terreno a Lamezia Terme».

L'albergo a Pinzolo

Stesso sistema utilizzato anche per l'acquisto di un immobile a Pinzolo, in provincia di Trento. Gli investigatori dispongono intercettazioni sulle utenze di Claudio Arpaia e della moglie Annamaria Del Guadio da cui si desume che l'acquisto sarebbe avvenuto attraverso una dazione di denaro pari «a 250mila euro versato in contanti e in nero su un corrispettivo di 1.200.000, dichiarando nell'atto di vendita un prezzo pari a 900mila euro. La somma residua sarebbe stata corrisposta dalla neocostituita Selecta sulla scorta di denaro ricevuto dalla neocostituita società di diritto svizzero Unboh Sagl». 

Gli intermediari

Nella intermediazione intervengono anche altre due persone: Armon Rossi e Mauro Armani «entrambi deputati alla detenzione del denaro degli Arpaia». In particolare, Rossi, commercialista milanese «già nell'ottobre del 2020 si accordava con i coniugi Arpaia per il compimento di un'ampia attività di riciclaggio. Egli era disponibile ad agevolare il riciclaggio della somma di almeno un milione di euro detenuta dai coniugi Arpaia portando il contante in Svizzera, costituendo una società a suo nome e versando tali somme sui conti della società. Ciò al fine di consentire agli Arpaia di di ricevere i fondi per l'acquisto e la ristrutturazione con un regolare bonifico da parte della società svizzera».

Il denaro dalla Svizzera

L'obiettivo era appunto l'acquisto di un albergo a Pinzolo la cui acquisizione era stata progettata l'anno precedente alla stipula del contratto avvenuto nel maggio del 2021. Secondo quanto scrive il gip: «A seguito di un primo incontro avvenuto ad ottobre del 2020 a Madonna di Campiglio e uno successivo avvenuto in Calabria, Rossi forniva un rilevante contributo affinchè Claudio Arpaia e Annamaria Del Gaudio riciclassero il denaro frutto di evasione fiscale da loro detenuto in Calabria, addirittura occupandosi personalmente del trasporto materiale in Svizzera, del successivo accredito sui conti correnti di una società appositamente costituita a suo nome.

Tale società avrebbe corrisposto alla Selecta le somme all'acquisto e alla ristrutturazione dell'albergo di Pinzolo. Stipulando un contratto simulato, la Selecta avrebbe emesso fatture nei confronti della società svizzera Unboh per operazioni inesistenti mentre quest'ultima avrebbe effettuato bonifici in favore della Selecta».

Giornalista
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