Reportage

I “formaggini” non ci sono più: le ruspe spazzano via le storiche panchine di Vibo tra lacrime di malinconia e speranza

VIDEO | Il restyling della piazza dove sorge il Municipio comporta la dolorosa distruzione e ricostruzione di un luogo che per intere generazioni di ragazzi è stato il punto di ritrovo più gettonato. Un momento di rinascita che ha un prezzo alto in termini di ricordi e nostalgia

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di Cristina Iannuzzi
27 gennaio 2024
14:44

«Ci vediamo ai formaggini…». Per generazioni di ragazzi vibonesi, quando si usciva la sera, il luogo dell’appuntamento era sempre lo stesso: i “formaggini”, le storiche panchine triangolari di Piazza Martiri d’Ungheria, quella su cui affaccia il Comune. Ragazzi che sono diventati genitori e poi, sempre ai formaggini, hanno dato appuntamento ai figli quando li dovevano andare a riprendere per portarli a casa dopo l’uscita serale. 
Insomma, un pezzo di storia del capoluogo vibonese che adesso scompare, frantumato sotto i colpi dei martelli pneumatici del cantiere che dovrà consegnare alla città una nuova piazza completamente ridisegnata e riammodernata.  Da qualche giorno, infatti, le ruspe sono entrate in azione per dare il via al restyling. Nel nuovo progetto, non c’è spazio per le palme, né per la caratteristica fontana Scrimbia. E non c’è spazio neppure per i “formaggini”, che sono stati demoliti sotto gli occhi sorpresi e malinconici dei vibonesi. Ma ormai Piazza Martiri d’Ungheria da tempo si era ridotta ad essere soprattutto un grande parcheggio. E il progressivo spopolamento del corso principale, dove gli esercizi commerciali continuano a chiudere, aveva fatto il resto. Insomma, è tempo di cambiare.
Attorno alle transenne, gli "umarelli" osservano i lavori con il solito spirito critico e un pizzico di nostalgia. Ma c’è anche chi non riesce a trattenere le lacrime, come il fotografo vibonese Franco Grillo: «Sicuramente diventerà una piazza ancora più bella – dice - ma vedere queste macerie è un colpo al cuore». Per Salvatore Berlingeri «la piazza andava riqualificata, era di una bruttura assoluta, priva di funzionalità». Delusione ma anche speranza nelle parole di Antonio Fortuna, che qui, poche settimane fa, ha radunato il popolo dei nostalgici, i ragazzi degli anni '90, che per una sera sono tornati a riappropriarsi di questo luogo iconico:  «L'idea di una rinascita passa inevitabilmente da una ristrutturazione. Speriamo che le modifiche diano nuova personalità alla nostra piazza».

Giornalista
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