Il 2020 anno degli scandali giudiziari: mafia, politica e mazzette nei palazzi

VIDEO | Dai consiglieri regionali ai sindaci, passando per il comandante dei vigili del fuoco: guai per tutti i gusti. Sempre più stringente l’azione delle Procure, sia distrettuali anche ordinarie

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di Pietro Comito
1 gennaio 2021
14:58

L’onda lunga di Rinascita Scott: l’evoluzione dell’udienza preliminare, dall’apertura al rinvio a giudizio per tutti gli imputati, un terzo dei quali ha scelto il rito abbreviato. La cattura di alcuni tra i principali latitati in circolazione. L’inaugurazione della nuova aula bunker, costruita in tempi record: la più grande d’Europa. Il 2020, sul fronte della giustizia e della cronaca giudiziaria, però, non è stato solo questo. Le due Direzioni distrettuali antimafia calabresi – Catanzaro e Reggio Calabria – hanno continuato a randellare sugli intrecci tra mafia e politica.

L’ultima clamorosa fiammata nell’anno del Covid: l’indagine Farmabusiness, che aveva portato agli arresti domiciliari, poi annullati dal Tribunale del Riesame, il presidente del consiglio regionale Domenico Tallini. La prima, invece, partì da Reggio Calabria: operazione Eyphemos, nella rete il neoeletto consigliere regionale di Fratelli d’Italia Domenico Creazzo. Vicende giudiziarie, più o meno clamorose e tutte in attesa di definizione processuale, che mostrano una continuità evidente rispetto al passato: tanti, troppi, gli inquilini di Palazzo Campanella indagati, arrestati, alcuni già condannati con sentenza passata in giudicato per i loro rapporti con il crimine organizzato. Nel 2020 la magistratura requirente ha, peraltro, presentato il conto del passato al Francescantonio Stillitani, già assessore e consigliere regionale, colpito, nei mesi scorsi, dalla maxioperazione Imponimento, coordinata dalla Procura antimafia di Catanzaro.

Dalle indagini antimafia a quelle delle Procure ordinarie, che hanno continuato a tormentare gli enti locali: presunte vicende di corruzione che hanno investito anche i sindaci come Alessandro Doria, di San Vito sullo Jonio (Catanzaro), poi liberato dal gip, o Antonio Falcone, primo cittadino di Celico (Cosenza) per il quale invece l’impianto cautelare ha resistito anche davanti al Riesame. L’indagine certamente più clamorosa, d’altronde, è quella che ha colpito il consigliere comunale di Reggio Calabria Antonino Castorina, per il quale – alle ultime amministrative – avrebbero votato anche… i morti.

Nella terra degli scandali giudiziari non sono mancati gli arresti eccellenti tra gli apparati dello Stato: emblematica la vicenda corruttiva di Massimo Cundari, comandante dei Vigili del fuoco di Cosenza, eroe, in gioventù, tra il fango ed i morti di Sarno, poi finito in arresto per una storiaccia di mazzette. Un caso analogo a quello dell’ex prefetto bruzio Paola Galeone, finita nei guai proprio alla fine del 2019, mentre nel 2020 l’inchiesta a suo carico è stata chiusa dai pubblici ministeri. E poi poliziotti, carabinieri, finanzieri inquisiti. Il 2020, però, ha lanciato un segnale: non esistono più ventri molli destinati a restare impuniti.

Giornalista
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