In Calabria per partecipare alle celebrazioni del 50esimo anniversario dall'uccisione del giudice Francesco Ferlaino, il presidente dell'Associazione nazionale magistrati Cesare Parodi, ha fatto tappa al tribunale di Catanzaro dove, questa mattina, si è riunita la giunta esecutiva dell'Anm. Un incontro definito "utile" dal presidente Parodi «per affrontare i problemi - ha detto - che affliggono la giustizia in Calabria».

Con i magistrati del Distretto giudiziario di Catanzaro «abbiamo discusso di problemi di organico, di strumenti, di mezzi e di personale amministrativo che manca e che alle volte impedisce di portare avanti il lavoro svolto dai magistrati» - ha aggiunto Parodi. «Si tratta di un problema che ha una ricaduta immediata e diretta sull'efficienza della giustizia e che in qualche modo condiziona le scelte dei cittadini. L'Anm non ha poteri di spesa e non ha alcun ruolo politico, ma può farsi portavoce delle esigenze collettive perché i magistrati lavorano nell'interesse collettivo e non per sé stessi». "Quello che serve - ha detto ancora il presidente dell'Anm - é una politica giudiziaria di carattere generale che miri all'efficienza. Termine che si usa troppo poco quando invece rappresenta l'unico strumento per fornire una risposta adeguata ai cittadini».

Parlando con i giornalisti a margine dell'incontro con i magistrati del Distretto di Catanzaro, Parodi si è espresso in merito alle polemiche sulla relazione del Massimario della Cassazione sul Decreto Sicurezza. «Il ministro ha tutto il diritto di esprimere le sue opinioni, ci mancherebbe altro, però io dico semplicemente che la relazione del Massimario è un'attività che rientra perfettamente nei compiti del Massimario, che ha proprio la funzione di sintetizzare le sentenze e di dare delle prime indicazioni ermeneutiche sulle nuove leggi, uno strumento utile per tutti».

«Questo - ha aggiunto Parodi - non vuol dire che quello che scrivono i colleghi del Massimario, che tra l'altro sono particolarmente selezionati e qualificati, siano delle tesi assolutamente condivisibili: loro esprimono un'opinione autorevole, poi si può seguire quest'opinione oppure no. Ma sicuramente non hanno fatto oggi nulla di diverso da quando hanno fatto per altre decine di leggi negli anni in maniera sistematica e devo dire molto meritoria. Quindi - ha sostenuto il presidente dell'Anm - io capisco perché si vuole dare un valore particolare, negativo, politico a quello che è un atto ermeneutico che può non essere condiviso. Le relazioni del Massimario sono atti assolutamente disponibili proprio perché devono favorire il dibattito, l'interpretazione. E quindi dov'è il problema?»