Viaggio a Galatro

Il segretario comunale aggredito da un imprenditore per pochi euro: «Mentalità va cambiata»

VIDEO | Carmelo Impusino parla della violenza subita per una commessa da 250 euro. La denuncia va avanti ma spunta un giallo politico: secondo il leader dell'opposizione l'aggressore (suo nipote) sarebbe stato istigato   

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di Agostino Pantano
25 novembre 2021
21:10

«Cristianamente perdono il mio aggressore, spero che abbia compreso la gravità di quanto fatto, su cui ora bisogna fare giustizia». A poche ore dalla violenza subita è ancora scosso, ma usa parole non comuni, Carmelo Impusino, il segretario comunale di Galatro vittima affrontato da un imprenditore che l’ha costretto alle cure del pronto soccorso.

«Prima nel mio ufficio c’è stato un chiarimento – racconta Impusino – poi l’aggressione che si è consumata fuori dal municipio in due punti diversi. Il tutto per una commessa da pochi euro che il cittadino contestava». Una fornitura di olio di appena 250 euro per la mensa scolastica sarebbe all’origine della prolungata violenza che Impusino ha patito dal giovane imprenditore F.C.


Ha varcato i confini comunali il fatto, anche se alcuni cittadini incontrati per le vie del rinomato centro termale hanno rifiutato di fare commenti. Pioggia di solidarietà istituzionale sul funzionario invece, oltre all’amministrazione formata dopo le elezioni dello scorso ottobre anche l’associazione dei Comuni della piana di Gioia Tauro e il sindacato nazionale dei segretari comunali sono intervenuti su un caso che potrebbe avere anche risvolti politici.

Il presunto aggressore, infatti, è nipote di Fortunato Lucia – leader dell’opposizione – che al telefono chiarisce di aver espresso anche lui «solidarietà per il fatto grave», definendo il profilo di un ragazzo «tranquillo, che se ha agito così è stato certamente istigato». Anche il sindaco Pino Sorbara riconosce l’attenuante del «nervosismo, conosco il ragazzo da una vita e certamente questo è un fatto isolato che non offusca l’impegno di tutta la comunità a ripudiare la violenza e difendere l’immagine autentica del paese».

Il mistero del presunto istigatore è aperto, il consigliere e zio – al telefono – chiarisce che il nipote è assente dal paese e quindi per ora è indisponibile a rilasciare interviste. «Sì – conclude il segretario – noi siamo in prima linea come tanti sindaci e amministratori che ricevono quotidianamente minacce e vessazioni di questo tipo a causa di una mentalità che va cambiata: io amo questo paese e sono certo che questa violenza è veramente condannata». Sul fatto indipendentemente dalla querela indagano ora i carabinieri, che certamente sentiranno le 3 persone che secondo il racconto di Impusino sono state fondamentali per placare gli animi e tra queste l’assessore Cristina Casa. 

Giornalista
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