L’intervento

Inchiesta Gallicó, Filcams Cgil: «Non ci ribelliamo abbastanza, serve fare da argine al potere predominante della ’ndrangheta»

Il segretario provinciale Valerio Romano dopo l'operazione della Dda di Reggio Calabria: «Rimettere al centro le regole e consentire ai lavoratori di uscire fuori dal ricatto, dalle prepotenze e dalle violenze»

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di Giuseppe Mancini
24 febbraio 2024
19:42
Nel riquadro, Valerio Romano
Nel riquadro, Valerio Romano

«Non esistono i diritti, non esistono tutele, non vi è libertà, quando con prepotenza e violenza si impongono alle aziende la manodopera da utilizzare ed anche a chi fare carriera. Decidono tutto loro, i prepotenti signori delle armi, che fanno tremare il territorio e piegano i deboli imprenditori collusi, coinvolgendo anche lavoratrici e lavoratori». È quanto afferma Valerio Romano, segretario generale Filcams Cgil area metropolitana di Reggio Calabria, in merito a quanto emerge dall’operazione Gallicó, che evidenzierebbe, secondo la Dda di Reggio Calabria, la presenza di un sodalizio criminale che avrebbe imposto una egemonia di stampo mafioso sul territorio di Gallico e dintorni, attraverso atti intimidatori contro attività commerciali, estorsioni e controllo illecito di centri scommesse, panifici e supermercati.

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«Decidono tutto, dal fornire il pane, dalla marca della pasta, fino ad anche il caffè. Decidono dove aprire, chi deve costruire e chi ci deve rifornire i materiali. Un servizio completo, che continua a costare caro al territorio. Non c’è liberta e non c’è controllo, tutti possono fare tutto e chi non ha Santi in paradiso è costretto a fare la valigia e scappare da questa terra maledetta. Già perché è quello che accade ai nostri giovani, che non trovano lavoro e che quando lo trovano vivono il ricatto occupazionale, il ricatto del comparato e la pressione oppressiva delle famiglie, arcaicamente legate ad una subcultura che annienta qualsiasi diritto».


Il giovane esponente della Cgil, di 40 anni, esprime schiettamente il proprio malcontento: «Non ci ribelliamo abbastanza e c’è timore anche a rivendicare i propri diritti. Non siamo liberi di scegliere in questa terra bella e maledetta, non siamo liberi di difenderci, anche l’iscrizione al sindacato viene vista come un gravo affronto, come un atto da non commettere, come uno sgarro da pagare anche con lo sfregio».

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Il segretario generale Filcams Cgil dell’area metropolitana di Reggio Calabria illustra un complesso di condizioni che, a suo parere, sarebbero fondamentali per contrastare la piaga: «C’è bisogno di ritornare con forza a costruire una rete sana del mondo del lavoro e delle istituzioni, capace di fare da argine al potere predominante della ndrangheta. Serve riscoprire il concetto di moralità, ormai perduto. Non siamo tutti uguali e dovremmo incominciare ad indignarci e non a girarci dall’altra parte. Abbiamo la necessità di riscoprire il valore della libertà. Non basteranno i seminari, non basteranno intere generazioni, c’è bisogno di ritornare nelle scuole a spiegare le differenze».

«Come Filcams da tempo ormai siamo impegnati a contrastare il lavoro illegale e irregolare – conclude Valerio Romano -. Da tempo denunciamo le condizioni di migliaia di lavoratrici e lavoratori, sfruttati per molte ore al giorno e pagati con contratti part time. C’è bisogno di rafforzare i servizi ispettivi, oggi ancora troppo pochi rispetto all’enorme lavoro da fare sul territorio. C’è la necessita di rimettere al centro le regole e consentire a lavoratori e lavoratrici di poter uscire fuori dal ricatto, dalle prepotenze e dalle violenze. Servirebbe un ritorno al collocamento pubblico. Per far si che le imprese sane si affidino allo Stato e non alla ndrangheta nella selezione del personale».

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