Inchiesta Passpartout, assolti dirigenti regionali perché il fatto non sussiste

L'indagine istruita dalla Dda di Catanzaro aveva fatto luce su alcune presunte irregolarità nella realizzazione di opere pubbliche a Cosenza. Già rinviati a giudizio l'ex presidente della Regione, Mario Oliverio e l'ex parlamentare Nicola Adamo

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di Luana  Costa
10 febbraio 2021
16:39

Il fatto non sussiste. Con questa formula il Gup del Tribunale di Catanzaro ha questa mattina assolto Eugenia Montilla, Tito Berti Nulli, Arturo Veltri e Pasquale Gidaro, a vario titolo accusati dei reati di turbata libertà degli incanti e corruzione e coinvolti nell'inchiesta denominata Passpartout.

L'udienza si è celebrata questa mattina con rito abbreviato e il Gup ha assolto tutte gli indagati. In particolare, per Eugenia Montilla la procura aveva chiesto una condanna ad un anno e nove mesi di reclusione, per Tito Berti Nulli a quattro mesi, per Arturo Veltri quattro mesi mentre per Pasquale Gidaro lo stesso ufficio di Procura aveva avanzato richiesta di assoluzione.


I rinvii a giudizio

L'inchiesta Passpartout istruita dalla direzione distrettuale antimafia di Catanzaro aveva fatto luce su presunte irregolarità commesse nelle procedure di realizzazione di diverse opere pubbliche nella provincia di Cosenza. Lo scorso 24 luglio nell'ambito dello stesso procedimento ma celebrato con rito ordinario era stato disposto il rinvio a giudizio per l'ex presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, per l'ex parlamentare Nicola Adamo, per il commissario di Sorical Luigi Incarnato e per alcuni dirigenti regionali: Fortunato Varone attuale dirigente pro tempore della Protezione Civile e Luigi Zinno ex dirigente generale del settore Lavori Pubblici della Regione Calabria oltre a Giuseppe Lo Feudo, ex direttore generale delle Ferrovie della Calabria. Gli altri imputati sono: Pietro Ventura, Rocco Borgia, Antonio Capistro, Giuseppe Trifirò, Luca Morrone, Santo Marazzita, Giulio Marchi, Armando Latini e Giovanni Forciniti.

Il sindaco di Cosenza

Prosciolto invece il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, era accusato di corruzione relativa alla sottoscrizione di un accordo di programma per la realizzazione della metropolitana accettando in cambio e quale utilità i finanziamenti per la realizzazione del museo di Alarico, opera oggetto di una gara d'appalto illegittima. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Francesco Gambardella e Gianfranco Barbieri, Vincenzo Ioppoli, Marcello Manna e Giusy Caliò.

Giornalista
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