La manifestazione

Lamezia, aggressioni ad agenti Polfer: sit-in per esprimere solidarietà e chiedere maggiori tutele

VIDEO Sindacati e politica in piazza a manifestare per i quattro agenti vittime nelle scorse settimane di atti di violenza. Manca anche una strumentazione adeguata e una severa normativa per punire gli aggressori

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di Tiziana Bagnato
22 ottobre 2021
15:54

Quattro agenti Polfer in servizio nella stazione centrale di Lamezia Terme a casa per lesioni, aggressioni avvenute nelle ultime due settimane e che fanno alzare l’asticella delle richieste al governo, con particolare riferimento a quel pacchetto di rivendicazioni nei confronti delle forze dell’ordine che sindacati di settore e politici da più tempo portano avanti. Oggi il sit-in per esprimere solidarietà, ma anche quello slancio di reni che porti a passare dalle parole ai fatti. Specie in una realtà come Lamezia in cui i numeri già esili di organico stanno per condurre alla decisione di chiudere il turno serale e notturno della Polfer.

Sedici in tutto gli agenti collocati nello snodo ferroviario al pieno della pianta organica. Tolte ferie e malattie la coperta si accorcia e rende un gioco di prestigio riuscire a coprire con certezza quattro turni al giorno. Ecco perchè si sta valutando di sospendere il turno pomeridiano e quello serale. Alla manifestazione di oggi erano presenti dai sindacati di polizia, a quelli dei carabinieri, alla polizia municipale, fino ai deputati, ai consiglieri comunali e al sindaco di Lamezia Terme. Siulp, Coisp, Fsp, della polizia e anche della sigla Ugl hanno fatto il punto: serve una manovra decisa sugli organici per incrementarli. Ma non solo.


Viste le aggressioni delle quali sono vittime, vanno assicurate anche dotazioni adeguate, a partire dal teaser. Doveva essere consegnato ad ottobre ma c’è poca fiducia che questo possa avvenire in tempi brevi. Servono poi, spiegano ancora, leggi più severe per chi aggredisce gli agenti. La questione non è da sottovalutare perché Lamezia è una goccia in un oceano che vede un’aggressione ogni tre ore in Italia. Numeri da brividi, nel 2021, in un paese per definizione democratico, ma che nelle ultime settimane ha visto una svolta con scenari da guerriglia.

 

Giornalista
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