Locri, Vincenzo Grasso tra le vittime innocenti della ’ndrangheta, la figlia: «Si è ribellato perché amava la sua terra»
La primogenita del commerciante ucciso da ignoti 34 anni fa nel Reggino racconta: «Mio padre era un pericolo perchè non pagava e denunciava». Oggi è a Milano con Libera e don Ciotti per la giornata nazionale della Memoria e dell'Impegno
![](https://img.lacstatic.it/_pageimg/2023/03/20/2023_vincenzo_grasso.jpg)
«La sequenza dei giorni di quest'anno è esattamente corrispondente. Per la domenica della festa del papà, e nel 1989 anche domenica delle Palme, ero scesa da Firenze dove studiavo Economia. Mio padre era venuto a prendermi, come sempre, alla stazione. E come sempre sorrideva mentre mi aspettava. Così i miei occhi continuano a ricordarlo. Non ho voluto vederlo dopo l’agguato. Mio padre è vivo, sorride e mi aspetta alla stazione. Per questo non riesco più a prendere un treno. Lo prendo solo se costretta».
In questi giorni così significativi, in cui si concentrano la festa del papà, il giorno del 34esimo anniversario della sua uccisione e la giornata della Memoria e dell'impegno per le vittime innocenti delle mafie, Stefania Grasso ricorda quegli ultimi giorni di vita del padre Vincenzo. Era il marzo 1989.
Una straordinaria normalità la sua. Marito e un padre amorevole, un imprenditore integro, un calabrese perbene e innamorato della sua terra che il 20 marzo 1989 fu raggiunto mortalmente da alcuni colpi di pistola a Locri. A sparare fu una mano ancora oggi sconosciuta. Vincenzo Grasso aveva 51 anni.
«Mio padre non pagava e denunciava»
Marito di Angela e padre di Stefania e dei gemelli Fabio e Francesco, Vincenzo Grasso aveva ben avviato la sua concessionaria nel settore automobilistico e nautico, dopo l’esperienza da titolare di un’officina ad Ardore. Tra famiglia e lavoro si svolgeva la sua vita. Un'esistenza dedita ai figli, affinché potessero studiare, e alla moglie. Con il suo coraggio e la sua determinazione, Vincenzo era anche divenuto un ostacolo per 'ndrangheta perché non pagava, non cedeva alle richieste estorsive. Era un pericolo perché denunciava.
Continua a leggere su IlReggino.it.
Articoli Correlati
![Inchiesta Secreta CollisI traffici di droga e armi della cosca dei Gaglianesi, la Dda di Catanzaro chiede il processo per 30 persone - NOMI](https://img.lacstatic.it/_pageimg/2022-09-15/mini_2022_2022_procura_catanzaro-1.jpg)
Inchiesta Secreta CollisI traffici di droga e armi della cosca dei Gaglianesi, la Dda di Catanzaro chiede il processo per 30 persone - NOMI
![Il sindaco Solano e sullo sfondo Stefanaconi](https://img.lacstatic.it/_pageimg/2024/07/26/mini_2024_stefanaconi-sindaco-soriano-tre.jpg)
’NdranghetaSciolto per infiltrazioni mafiose il Comune di Stefanaconi. Il sindaco Solano: «Lotterò per la verità e la giustizia»
![Processo MaestraleEmanuele Mancuso racconta le «mangiate di ’ndrangheta» e l’odio tra Soriano e Accorinti: «Erano come cane e gatto»](https://img.lacstatic.it/_pageimg/2021-06-07/mini_2021_emanuele-mancuso.jpg)