Macellazione clandestina, le intercettazioni degli arrestati: «Tu ti vendi i vitelli... e poi viene Gratteri!»

VIDEO | Nei colloqui telefonici intercettati dai Nas, veterinari e allevatori in combutta per macellare carne senza effettuare i regolari controlli sanitari, si prendevano gioco dell'Autorità giudiziaria 

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di Salvatore Bruno
3 dicembre 2020
09:29

Macellavano animali senza i dovuti controlli sanitari. Per questo motivo i carabinieri del Nas hanno eseguito un provvedimento cautelare con l'arresto di 6 persone e due misure interdittive a carico di 6 veterinari ufficiali in servizio all'Asp di Crotone nei distaccamenti di Cirò Marina e Roccabernarda e 2 gestori di uno stabilimento di macellazione carni a Strongoli. La carne veniva poi destinata al mercato alimentare.

Gli arresti

In carcere sono finiti il titolare dello stabilimento di macellazione Euro Carni Import Nicola Brasacchio, 68 anni, di Strongoli (Kr), e la segreteria amministrativa dell'impianto Serafina Frustaci, 58 anni, anche lei di Strongoli. Quattro i veterinari dell'Asp di Crotone sottoposti agli arresti domiciliari; si tratta di Francesco Caparra, 62 anni, di Cirò Marina (Kr); Francesco Chiarello, 45 anni, di Verzino (Kr); Salvatore Gentile, 66 anni, di Umbriatico (Kr): Mario Piscitelli, 57 anni, di Melissa (Kr).


Interdizione

Altri due veterinari dell'Asp sono stati sottoposti alla misura dell'interdizione del pubblico servizio; si tratta di Carmela Giulia Volpicelli, 59 anni, nativa di Catania, ma residente a Crotone; Antonio Marasco, 57 anni, di Savelli (Kr). Nell'ambito dell'operazione sono stati sequestrati il macello Euro Carni Import di Strongoli intestato a Nicola Brasacchio, tre aziende di allevamento di animali e una stalla ubicate a Strongoli delle quali sono titolari i figli di Brasacchio.

I reati contestati

Le persone coinvolte nell'inchiesta, denominata Fox, sono ritenute a vario titolo responsabili dei reati di accesso abusivo a sistema informatico, falsità ideologica commessa da pubblici ufficiali in atti pubblici, ricettazione, abuso d’ufficio, omissione di atti d’ufficio, contraffazione di sostanze alimentari, commercio di sostanze alimentari nocive e diffusione di malattie infettive animali.

Perquisizioni in tre province

Sotto la direzione della locale Procura e con il coordinamento dei Nas di Cosenza, inoltre, sono state effettuate perquisizioni in 18 allevamenti delle province di Crotone, Cosenza e Reggio Calabria con l’impiego di oltre cento carabinieri dei comandi provinciali e del Gruppo Tutela della Salute di Napoli, supportati da un drone. Sequestrati stabilimenti ed allevamenti per un valore di oltre un milione di euro.

Alterazioni sistematiche

L'inchiesta, avviata nel 2019 in seguito ad una segnalazione interna al Servizio Veterinario, e condotta dal Nas di Cosenza, ha riguardato l’intera filiera delle carni di origine bovina, suina ed ovi-caprina, prodotte in provincia di Crotone e riguarda, oltre alle otto persone colpite da misura cautelare, altri 14 allevatori di bestiame. I carabinieri del nucleo Antisofisticazione hanno riscontrato una gravissima serie di omissioni e di atti contrari ai doveri del proprio ufficio da parte dei veterinari, che attestavano profilassi anti-tubercolosi mai avvenute e alteravano i prelievi di sangue effettuati su capi suini al fine di consentirne la macellazione.

L'alterazione dei dati informatici

Inoltre si ponevano come intermediari nel traffico illecito di marche auricolari, ovvero le placche applicate sui capi di bestiame per l'identificazione, riciclando quelle appartenute ad animali deceduti per malattia su altri capi abusivi al fine di sanarne la posizione. Riscontrato anche l'inserimento e la revoca di false denunce di smarrimento di animali. Più in generale è stato documentato, da parte dei veterinari, un utilizzo distorto dell’Anagrafe Zootecnica informatizzata, in cui venivano registrati dati completamente avulsi dalla realtà ed inseriti al solo fine di regolarizzare i traffici commessi dagli allevatori indagati.

Abusi consapevoli

I veterinari coinvolti erano perfettamente consapevoli delle condotte illecite poste in essere e le sottolineavano puntualmente nel corso dei colloqui telefonici con gli allevatori, anche al fine di far pesare l’interessamento speso. In un caso infatti uno dei veterinari, parlando al telefono, ha commentato: «siete certi furbacchioni…tu ti vendi i vitelli, noi parliamo a telefono e poi… viene Gratteri!» evocando tra l’ilarità generale l’intervento dell’Autorità Giudiziaria.

Il terminale delle condotte illecite

Terminale delle condotte illecite era lo stabilimento di macellazione di Strongoli sottoposto a sequestro, il cui gestore è stato tratto in arresto unitamente ad un’impiegata amministrativa che di fatto sovrintendeva a tutte le attività criminose. Nel citato macello, nel corso dell’indagine, sono stati sezionati centinaia di capi tra bovini, suini ed ovi-caprini privi di qualsivoglia profilassi o certificazione sanitaria, le cui carni sono state in seguito vendute e finite sulle tavole di ignari consumatori.

Giornalista
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