Manca il personale ospedaliero, disagi in vista allo Spoke Cetraro-Paola

A spingere i sanitari a rinunciare alle "prestazioni aggiuntive", e cioè alle ore in più di lavoro, sarebbe l'atteggiamento dei vertici dell'Asp, i quali, nonostante siano a conoscenza della grave carenza di personale da tempo, si ostinerebbero a non voler dettare alcuna linea programmatica

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di Francesca  Lagatta
21 giugno 2019
17:28
Un medico in corsia
Un medico in corsia

Anestesisti e rianimatori dello spoke Cetraro-Paola hanno comunicato che «a far data dal prossimo 1° luglio 2019 si sospenderanno tutte le attività che rientrano nelle "prestazioni aggiuntive"», cioé alle ore in più di lavoro, anche perché a fronte di un atteggiamento collaborativo degli stessi nei confronti dell'azienda, l'Asp di Cosenza non avrebbe garantito «alcun risconto organizzativo o deliberativo».

 


È il sostanziale contenuto di una nota inviata nei giorni scorsi ai vertici della sanità bruzia, tra cui l'attuale reggente dell'ente di via Alimena, il commissario Sergio Diego. Anche qui, nello spoke ospedaliero Cetraro-Paola, come in tutti gli altri presidi sanitari della zona del Tirreno cosentino, reparti e servizi sono costantemente minacciati dalla gravissima carenza di personale. La mancanza di medici e infermieri già il 30 maggio scorso aveva costretto gli stessi professionisti ad annunciare tagli alle attività delle sale operatorie, che al momento vengono utilizzate unicamente in regime di urgenza.

Turni estenuanti di lavoro

A spingere i sanitari a mettere in campo questa sorta di "protesta" proprio nel bel mezzo della stagione turistica, sarebbe l'atteggiamento dei vertici che dell'Asp, i quali, nonostante siano a conoscenza della situazione da tempo, si ostinano a non voler dettare alcuna linea programmatica, "cullandosi", per così dire, sulla disponibilità dei medici e degli infermieri già in servizio. Ma per riuscire a coprire i turni senza incorrere in disagi, gli operatori sanitari sono costretti a ricorrere agli straordinari e a sobbarcarsi una mole di lavoro tale che, a lungo andare, li starebbe mettendo a dura prova, soprattutto dal punto di vista della salute. I medici, infatti, starebbero rinunciando alle ore di riposo, a ferie e permessi, ma anziché migliorare, la situazione, a quanto pare, starebbe peggiorando. E allora, avranno pensato, meglio mettere un freno prima che sia troppo tardi.

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