L’intervento

Medici e polemiche, Scarpelli attacca Corcioni: «Attaccato alla poltrona da 27 anni»

Nel mirino dell'esponente di Rifondazione il presidente dell'ordine dei medici di Cosenza, ostile alle brigate cubane

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di Salvatore Bruno
24 gennaio 2024
09:30

Medici imboscati, gettonisti, sacche di personalismi, privilegi. Pino Scarpelli, membro del comitato politico nazionale di Rifondazione Comunista, nel sottolineare alcuni aspetti dequalificanti della professione sanitaria, mette nel mirino la figura del presidente dell'Ordine dei Medici della provincia di Cosenza, Eugenio Corcioni, per l'immobilismo, a giudizio dell'esponente politico, che ne caratterizza il mandato «lungo ben 27 anni – ricorda Scarpelli – quasi fosse un incarico di origine divina. Quando ascoltiamo Corcioni proseguire in maniera ossessionante con il trito ritornello della contrarietà ai medici cubani – si legge in una nota - Comprendiamo bene come nell'occupare una poltrona, invece di tutelare la salute dei cittadini e il miglioramento della qualità dei servizi, si possa restare imbrigliati nella difesa di interessi particolari».

Da professionisti della distruzione a paladini dei diritti

«Non è un caso che, a fronte della generale soddisfazione per l’importantissimo contributo che i medici cubani stanno apportando nelle strutture sanitarie della Calabria – scrive ancora Scarpelli - il presidente a vita si ritrovi da solo a contrastarli con un pugno di ben noti politici e presunti manager. Gli stessi cacciati dalla stanza dei bottoni, dove con scientifica efficienza hanno distrutto il nostro sistema sanitario utilizzandolo come terreno di clientela e campagna elettorale, e che oggi si ergono ad esperti del settore ed addirittura provano ad atteggiarsi a paladini dei diritti dei cittadini. Come se lo stato drammatico della nostra sanità, la mancata attuazione dei Livelli Essenziali di Assistenza, l’ampliamento del ruolo dei privati che speculano sulle carenze del sistema, l’enorme migrazione sanitaria, non avessero padrini ben precisi, da ricercare nell’incapacità, nell’irresponsabilità e nell’affarismo di un ceto politico che sul disastro della nostra sanità ha fatto fortuna. L’arrivo dei medici cubani – si conclude il comunicato dell'esponente di Rifondazione - sta turbando i sonni dei professionisti della gestione di un pessimo esistente. Se ne facciano una ragione: non riusciranno a mandarli via a breve».


Giornalista
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