La sentenza

«Condizioni degradanti»: la Corte europea dei diritti umani ordina il trasferimento di un migrante minore dal Cara di Crotone

La decisione dovrà essere essere eseguita dalla Prefettura e dal ministero dell’Interno. Secondo l'Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione, la sentenza conferma «la grave situazione in Calabria riguardo la condizione dei minori stranieri non accompagnati»

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di Redazione
7 dicembre 2023
21:12

La Corte europea dei diritti umani ha ordinato al governo italiano l’immediato trasferimento dal centro di accoglienza Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto (Crotone) di un minore trattenuto dal 24 giugno 2023 in condizioni materiali degradanti. Ne dà notizia l'Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione (Asgi). «Il minore, diversamente da quanto dovrebbe avvenire - spiega l'Asgi citando la sentenza -  è stato trattenuto in condizioni degradate e totalmente inadeguate dalla data del 24 giugno 2023, in una situazione di fortissimo isolamento, senza alcuna effettiva possibilità di reclamare il rispetto dei propri diritti». 

Il 1° dicembre scorso era stato presentato un ricorso d’urgenza alla Corte europea dei diritti umani, contestando la violazione del diritto alla libertà personale del minore e del divieto di trattamenti inumani e degradanti nel predisporre le misure di accoglienza in suo favore. Il 5 dicembre la Corte ha ordinato di trasferire il minore: la decisione dovrà ora essere eseguita dalla Prefettura di Crotone e dal ministero dell’Interno. 


«Questo caso - proseguono i giuristi - conferma la situazione particolarmente grave su tutto il territorio calabrese riguardo la condizione dei minori stranieri non accompagnati. In Calabria infatti, è operativo il centro di accoglienza di Crotone che, fra le varie attività, svolge funzione di accoglienza di minori stranieri non accompagnati. Tuttavia il trattenimento sostanziale e informale dei minori che si registra è totalmente illegittimo ed in aperta violazione della normativa vigente e delle riserve di legge e giurisdizione previste dall’art. 13 della Costituzione italiana che sancisce l’inviolabilità del diritto alla libertà personale. I minori, infatti, non potrebbero essere ospitati all’interno del centro, stante la sua configurazione giuridica, ma vi permangono in mancanza di adeguati servizi per periodi che possono raggiungere durate considerevoli, alcune volte fino alla maggiore età, in condizioni materiali di permanenza inadeguate ed illegittimamente privati della libertà personale».

Di questa situazione «è stato chiamato a rispondere il ministero dell’Interno attraverso un’interrogazione parlamentare presentata recentemente a seguito delle informazioni raccolte da una visita di una delegazione Asgi in visita al Cara di Sant’Anna».

La decisione della Cedu giunge dopo quella relativa all'hotspot di Taranto del 23 novembre scorso. Essa, sottolinea l'Asgi, conferma «il quadro allarmante di trattenimento generalizzato dei minori stranieri non accompagnati che sistematicamente vedono violati i loro diritti e mancata la loro tutela, non solo in Calabria ma anche in diversi luoghi di frontiera italiani, come ad esempio in Sicilia, in Puglia e negli hotspot di Lampedusa, Pozzallo e Taranto». 

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