La Misericordia e Leonardo Sacco di nuovo all’attenzione dell’antimafia

L’Espresso di questa settimana, attraverso un'inchiesta del giornalista Giovanni Tizian, ricostruisce le relazioni pericolose e quelle eccellenti dell’imprenditore del crotonese che da un decennio fa affari sull’accoglienza dei migranti
di Manuela Serra
14 febbraio 2017
19:00

Migranti, 'ndrangheta e centri d'accoglienza: sono queste le parole chiave dell'inchiesta antimafia che, come scrive Giovanni Tizian per l'Espresso, "fa tremare i signori dell'accoglienza". Un sistema criminale pronto a lucrare sul dramma di migliaia di migranti che ogni giorno in condizioni disperate giungono sulle nostre coste. Un sistema ben radicato dove ognuno ha un ruolo ben preciso.


Al centro, nuovamente, il Cara di Crotone che torna a far parlare di sé. A gestire la struttura “Le Misericordie” di Isola Capo Rizzuto, presieduta dall’imprenditore assurto già in passato alle cronache nazionali, Leonardo Sacco.



Ma chi è Leonardo Sacco?. "E’ tante cose" - scrive Tizian - ma è soprattutto un "personaggio abile a tessere relazioni istituzionali". Ha rapporti con politici, ministri e prefetti. Partecipa a convegni e conferenze lasciando ricordi e fotografie. Come quella scattata in occasione della convention dei vertici calabresi del partito del Nuovo Centro Destra dove posa insieme a un sorridente allora ministro dell'Interno Angelino Alfano. Appena qualche mese dopo l'associazione Misericordia otterrà un'importante commessa, la gestione del centro di prima accoglienza di Lampedusa.


Per dirigere la struttura viene scelto Lorenzo Montana che travolto dalle polemiche per la sua parentela coni l fratello del ministro Alfano rinuncerà all'incarico.


La bufera mediatica che ne seguì - riporta Tizian - "mandò su tutte le furie il prefetto Mario Morcone, capo dell'Immigrazione del Viminale, in contatto con Leonardo Sacco", lo stesso Sacco che avrebbe addirittura sollecitato l'intervento della sottosegretaria Dorina Bianchi "con l'obiettivo che non era sua intenzione metterlo in difficoltà". La stessa sottosegretaria in rapporti con Sacco il quale avrebbe cercato il suo aiuto, facendo parte del Cda della società, anche per la vicenda relativa all'Aeroporto di Crotone.


Ma Leonardo Sacco ha anche foto "compromettenti", come quella che lo ritrae al battesimo del figlio di un esponente del clan Arena, in veste di padrino. Una foto che finirà al vaglio degli inquirenti, insieme ad un'altra che ritrae la riunione risalente nel 2005 tra importanti personaggi del clan Arena in un bar. Davanti a quel locale viene riconosciuto anche Leonardo Sacco.

 

Il CARA crotonese. Il centro è gestito almeno dal 2007 da Leonardo Sacco. Intorno un indotto che fa numeri da capogiro.In ballo anche i finanziamenti per la gestione di due Sprar. Soldi che si aggiungono a soldi.


Legata al centro emerge la figura di un altro protagonista dell'accoglienza che insieme a Sacco e ad Alfano posava nella foto, Antonio Poerio. Nell'informativa dei Ros infatti veniva indicato in contatto con una famiglia della 'ndrangheta locale. Fino al 2011 con la sua impresa riforniva ufficialmente di generi alimentari la struttura d'accoglienza gestita dalla Misericordia. Fino a quando intervenne la prefettura di Crotone sospendendo il certificato antimafia dell'azienda. Al suo posto - sempre come riporta l'Espresso - subentrò Pasquale Poerio, cugino di Antonio.


Quel che emerge è l'ipotesi mai tramontata che dietro la gestione del centro d'accoglienza crotonese ci sia il clan Arena di Isola Capo Rizzuto.


Il caso. E non è la prima volta che Sacco viene messo sotto osservazione dai media e da qualche Parlamentare, già il Corriere della Sera, nel 2015, aveva puntato i riflettori sulla gestione del CARA di Crotone con un pesante e inquietante pezzo di Goffredo Buccini e sempre a distanza di qualche giorno, a dar manforte al Corriere arrivò L’Espresso che svelava il business intorno al CARA e alla sua gestione, le amicizie importanti del suo deus ex machina, Leonardo Sacco. Il gioco delle società intorno alla fornitura dei pasti e i tanti legami non chiari all’interno della sua gestione.

 

Cara di Crotone: la ‘ndrangheta, Sacco e la Misericordie di Isola Capo Rizzuto e l’affare immigrati

 

Chiunque altro sarebbe già stato fermato ma evidentemente Leonardo Sacco ha una marcia in più, da destra a sinistra, dagli apparati dello Stato a quelli clericali, un amico per Leonardo Sacco si trova sempre e intanto lui va avanti e grazie all’accoglienza ha allargato la sua sfera imprenditoriale a diversi settori dell’economia.


Manuela Serra

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