Una marcia silenziosa nell'area industriale di Lamezia Terme. Una manifestazione con bandiere e striscioni per rendere omaggio alle due vittime sul lavoro avvenute in quella zona industriale nei primi mesi dell’anno, Francesco Stella di 38 anni e Roberto Falbo di 53 anni, è stata organizzata dalla Uil Calabria, alla presenza dei familiari delle vittime, nella giornata del Primo maggio.

«Francesco era una persona umile. Era un ragazzo solare che aveva tanti progetti e tanta voglia di vivere. Ma quella vissuta nell'area industriale di Lamezia Terme - ha dichiarato Maria Maddalena Stella, sorella di Francesco - non è una vita facile per gli operai che non chiedono altro di lavorare in sicurezza per sostentare le loro famiglie. Il lavoro - ha aggiunto - non deve essere una parte alienante della vita ma deve essere una parte caratterizzante. Si parla tanto di salario minimo, di stipendi bassi, ma credo che la priorità di chi governa dovrebbe essere quella di investire in sicurezza e controlli sui posti di lavoro».

Tra i presenti al corteo anche il parlamentare della Lega Domenico Furgiuele e i due candidati a sindaco di Lamezia Terme Doris Lo Moro e Mario Murone. A chiarire le ragioni che hanno spinto la Uil ad organizzare il corteo culminato con la deposizione di due corone di fiori dinanzi a una delle fabbriche dove si è verificato uno dei decessi - è stata la segretaria regionale del sindacato Marielena Senese.

«Il Primo Maggio non è solo festa. È memoria, responsabilità, impegno. Non si può più accettare che una giornata lavorativa si trasformi in una tragedia familiare - ha dichiarato la segretaria generale della Uil Calabria - ogni morte sul lavoro è una sconfitta per lo Stato e per chiunque continui a ignorare il problema. Ogni giorno si muore cadendo dai tetti, schiacciati da macchine da cantiere, senza protezioni adeguate, senza controlli e senza formazione vera. È intollerabile che queste morti, evitabili, continuino a essere considerate un prezzo accettabile per il profitto».

«Non possiamo più accettare - ha aggiunto Senese - un sistema ispettivo ridotto all’osso, in cui gli stessi ispettori devono controllare un' azienda tessile, un cantiere edile o un’azienda agricola. Non si può vigilare sulla sicurezza senza specialisti nei settori più a rischio. Gli organi ispettivi vanno necessariamente specializzati. Troppi lavoratori muoiono perché non hanno ricevuto una formazione adeguata o perché le certificazioni sono falsificate. Proprio per questo chiediamo un portale regionale digitale che renda tracciabile ogni attestato di formazione. Basta con i fogli di carta che non valgono nulla».