L’inchiesta, scattata nel 2017, aveva coinvolto la cosca Cerra-Torcasio- Gualtieri. Le assoluzioni hanno riguardato in particolar modo Nicholas Izzo e Domenico De Rito
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La Prima Sezione Penale della Corte di Appello di Catanzaro a seguito di annullamento della Suprema Corte di Cassazione che il 2 febbraio scorso aveva annullato la sentenza di condanna, ha completamente assolto Nicholas Izzo (difeso dall’avvocato Francesco Gambardella e dall’avvocato Antonio Larussa del Foro di Lamezia Terme) dalla contestazione di partecipazione all’associazione dedita al narcotraffico per non aver commesso il fatto e dall’accusa di cessione di stupefacente perché il fatto non costituisce reato.
Izzo era stato condannato in sede di giudizio abbreviato in primo grado a 8 anni e 4 mesi di reclusione per aver partecipato all’associazione dedita al narcotraffico nell’ambito della cosca Cerra-Torcasio- Gualtieri e da due reati fine aggravati dall’agevolazione mafiosa.
Impugnata la sentenza da parte dei difensori, la Corte di appello ha accolto l’atto di gravame soltanto limitatamente all’aggravante della mafiosità della condotta, che così è stata esclusa con la contestuale diminuzione della pena a sette anni di reclusione.
Investita la Corte di Cassazione del giudizio di legittimità della sentenza, si è giunti, da parte del Supremo Collegio, ad una sentenza di annullamento con rinvio ad altra sezione della Corte di Appello di Catanzaro, essendo stati giudicati fondati i vizi di motivazione eccepiti con il ricorso difensivo.
Da qui il giudizio di rinvio, conclusosi, in data odierna, con l’assoluzione definitiva di Izzo da tutti i reati (sia quello di essere partecipe di un’associazione dedita al narcotraffico di stupefacenti, che quello di aver ceduto sostanze stupefacenti), e ciò in accoglimento di tutte le ragioni difensive articolate dagli avvocati Francesco Gambardella e Antonio Larussa, difensori di Izzo.
Assolto De Rito
È stato inoltre assolto perché il fatto non sussiste Domenico De Rito, in accoglimento dei motivi di appello interposto dall’avvocato Larussa, suo difensore.
In primo grado De Rito era stato condannato a 1 anno e 8 mesi di reclusione, condanna parzialmente riformata dalla Corte di Appello di Catanzaro, e poi annullata dalla Suprema Corte di Cassazione ed oggi venuta meno per effetto della totale assoluzione dalla contestazione di detenzione di stupefacenti (in totale accoglimento di quanto dedotto dal legale Larussa).
Le pene rideterminate
Quattro le pene rideterminate:
- Ha rideterminato la pena inflitta ad Antonio Gullo (difeso dall’avvocato Antonio Larussa) in 1 mese di reclusione in continuazione con la sentenza Crisalide 1 (nei precedenti gradi di giudizio alla pena di 3 anni di reclusione) in accoglimento dello specifico motivo di ricorso.
- Ha rideterminato, riducendola, la pena inflitta a Massimo Gualtieri (difeso dall’avvocato Antonio Larussa) in 2 mesi di reclusione in continuazione con la sentenza Crisalide 1.
- Ha rideterminato, riducendola la pena inflitta a Davide Belville (difeso dagli avvocati Antonio Larussa e Michele Cerminara) in 2 anni e 2 mesi di reclusione in continuazione con la sentenza Crisalide 1.
- Ha rideterminato, riducendola, la pena inflitta a Giuseppe Galluzzi (difeso dall’avvocato Pietro Chiodo) in continuazione con altre sentenze di condanna.