Strage di migranti

Naufragio a Crotone, la testimonianza di un soccorritore: «Il corpo senza vita di quella bimba ricciolina col maglione rosa…»

Uno degli uomini della Guardia costiera impegnati a fronteggiare la paurosa tragedia che si è consumata in Calabria racconta quei momenti: «In 17 anni di servizio su una motovedetta non ho mai visto nulla di simile»

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di Francesco Oliverio
27 febbraio 2023
11:20
La strage dei migranti
La strage dei migranti

«Volge a termine una delle giornate lavorative più tristi della mia carriera. Domani sono 17 anni di servizio nella Guardia Costiera. E, questa di oggi è stata in assoluto la più brutta». È questa la forte testimonianza di Gennaro Marrazzo, 17 anni nella Guardia Costiera, impegnato nei soccorsi della strage dei migranti sulle coste crotonesi. Dal suo profilo facebook, racconta la notte della tragedia in mare e del recupero di quattro migranti morti: un ragazzo, due donne e una bambina. Una notte che non dimenticherà mai più e che destina ad un racconto senza veli e di certo pieno di lacrime. 

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Il recupero dei corpi

«Con la nostra motovedetta abbiamo recuperato 4 corpi, un ragazzo, 2 donne e una bambina. Per ognuno di loro mi sono rimaste impresse delle immagini, cercando di dare loro un significato tutto mio. Un ragazzo di circa 30 anni, aveva un anello al dito – prosegue Gennaro - con una grossa pietra colorata verde, che teneva stretto in pugno, magari gli era stato regalato dalla propria amata, in segno di speranza che ce l’avrebbe fatta, e poi magari un giorno sarebbe tornato a prenderla per trascorrere il resto della propria vita in una nazione europea».


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Le due donne e la bambina ricciolina

«Alle due donne il mare purtroppo aveva strappato non solo la vita ma anche i vestiti, non so per quale crudele destino, e per noi soccorritori, una maglietta, una cintura, un pantalone, sono un aiuto grandissimo per il recupero a bordo, specialmente con mare grosso come quello di oggi». 

Ma è il recupero del corpo della bambina nel racconto di Gennaro a colpire come un fendente al cuore. «E poi c’era lei. Avrà avuto circa 2/3 anni, ricciolina, jeans chiari e un maglioncino rosa abbottonato davanti, ai piedi aveva degli scarponcini da trekking tipo quelli della decathlon nuovi nuovi, sicuramente erano stati comprati dai genitori in previsione di quella maledetta traversata, così da tenergli i piedini al calduccio in questi ultimi giorni di Febbraio, e poi magari sarebbero servite per camminare sulla sabbia umida di quella lunga spiaggia di Steccato di Cutro, appena recuperata a bordo, più velocemente degli altri, per via del suo esile peso, abbiamo provato a rianimarla per un po’, pur sapendo che ormai non ci sarebbe stato nulla da fare, ma è come se non volessimo accettare che anche per Lei il destino era stato così crudele, e mentre i grandi della terra (così si fanno chiamare) giocano a Risiko, - conclude Gennaro - mettendo i limiti che hanno al cervello, a territori, Mari, cieli, le persone muoiono solo perché non hanno avuto il culo di nascere in un territorio anziché in un altro!»

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