‘Ndrangheta in Emilia, tribunale blocca i tentativi di infiltrazione in un’azienda

L’impresa è stata sottoposta a controllo giudiziario: è la prima volta in Italia. Tra i soci figurano persone vicine ai palermitani cugini Salvo, inoltre avrebbe favorito ditte riconducibili al clan Grande Aracri

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di Redazione
14 settembre 2020
09:06

Bloccati i tentativi di infiltrazione mafiosa in un'azienda di costruzioni in provincia di Reggio Emilia. Il tribunale di Bologna ha infatti disposto nei confronti della società la misura di prevenzione del controllo giudiziario per un anno: continuerà ad operare, sotto il controllo di un giudice delegato e di un amministratore nominato dal tribunale.

 


Il provvedimento, per la prima volta in Italia, è stato proposto in forma congiunta dal procuratore della Dda di Bologna e dal questore di Reggio Emilia, con supporto investigativo del Servizio centrale anticrimine della Polizia.

 

La società, in seguito a una modifica della compagine aziendale, era finita sotto esame della Questura. Si era infatti appurato che i soci erano riconducibili a una famiglia - facente capo ai cugini Salvo - originaria della provincia di Palermo e il cui capofamiglia, già condannato per associazione mafiosa in quanto appartenente alla 'famiglia' di Salemi, nel 1992 era stato vittima di un agguato letale da parte degli esponenti di Cosa nostra Leoluca Bagarella, Giovanni Brusca e Antonino Gioé. Dalle indagini è emerso che la società favoriva aziende e ditte riconducibili a gruppi di criminalità organizzata di matrice ‘ndranghetista, appartenenti al clan Grande Aracri di Cutro.

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