‘Ndrangheta, nuovo colpo al gruppo Bagalà. Sequestrati beni per 7,5 milioni

VIDEO | È di oltre 127 milioni di euro il valore complessivo del patrimonio dell’impresa di Gioia Tauro operante nel settore degli appalti pubblici sottoposto a sequestro. L’operazione condotta dalla Guardia di finanza

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di Redazione
25 marzo 2019
10:23

Militari del Comando provinciale della guardia di ginanza di Reggio Calabria e del Servizio centrale investigazione criminalità organizzata, con il coordinamento della locale Procura diretta da Giovanni Bombardieri, hanno eseguito un decreto di sequestro di diversi compendi immobiliari del valore complessivo stimato in circa 7,5 milioni di euro, nell’illecita e indiretta disponibilità di Giuseppe Bagalà 62 anni e Luigi Bagalà 73 anni, membri del noto gruppo imprenditoriale di Gioia Tauro operante nel settore degli appalti pubblici. Sigilli a 7 fabbricati di pregio siti in Gioia Tauro e Milano, nonché 16 terreni (vigneti, uliveti e frutteti) di estensione pari a circa 7 ettari, localizzati in Gioia Tauro e Taurianova.

 


Il sequestro in rassegna segue quelli eseguiti nei confronti della stressa famiglia di imprenditori nel mese di luglio del 2018, quando furono affidati alla gestione dello Stato i compendi aziendali e le quote societarie di 11 imprese operanti nel settore della realizzazione di grandi opere edili e infrastrutture e 161 immobili (fabbricati e terreni), autovetture e beni di lusso, il tutto per un valore stimato in 115 milioni di euro. A gennaio furono sottoposti a sequestro invece rapporti finanziari, bancari e assicurativi per un valore complessivo pari a quasi 5 milioni di euro.


Tutti i provvedimenti traggono origine dagli approfondimenti patrimoniali svolti nel corso di oltre due anni dai finanzieri che hanno valorizzato appieno le risultanze delle attività investigative condotte nell’ambito delle operazioni:  “Ceralacca” - conclusa con la complessiva esecuzione, tra il 2012 e il 2014, di 25 provvedimenti restrittivi personali nei confronti, tra gli altri, di Giuseppe Bagalà cl. ’57 e Francesco Bagalà cl. ’90, ritenuti a vario titolo responsabili dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla turbata libertà degli incanti, alla corruzione e alla rivelazione di segreti d'ufficio, nonché di provvedimenti cautelari reali su 15 imprese, beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per un valore stimato in circa 48 milioni di euro;  “Cumbertazione” - conclusa nel 2017 con l’esecuzione di provvedimenti restrittivi personali nei confronti di nr. 27 soggetti, tra cui Giuseppe Bagalà cl. ’57,  Francesco Bagalà cl. ’90, Luigi Bagalà cl. ’46 e  Francesco Bagalà cl. ’77, ritenuti responsabili - a vario titolo - dei reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione per delinquere aggravata, turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione e falso ideologico in atti pubblici, nonché di provvedimenti reali cautelari su 44 aziende, per un valore complessivo pari a 224 milioni di euro; “Martingala” - condotta nei confronti di un articolato sodalizio criminale dedito alla commissione di gravi delitti tra cui, a vario titolo, quelli di associazione mafiosa, riciclaggio e autoriciclaggio, associazione a delinquere finalizzata all’emissione di false fatturazioni, con l'aggravante - per alcuni di essi - del metodo mafioso.  L’operazione si è conclusa nei primi mesi del 2018 con l’esecuzione di 27 misure cautelari personali nonché di provvedimenti cautelari reali nei confronti di 51 società - anche estere - partecipazioni sociali, beni mobili e immobili e disponibilità finanziarie per un ammontare complessivo stimato in circa €. 119.000.000, che, a fattor comune, hanno disvelato le cointeressenze del predetto gruppo imprenditoriale con l’articolazione di ‘ndrangheta dei Piromalli, operativa nel territorio della Piana.


Secondo l'accusa, attraverso gli imprenditori ad essa riconducibili, la cosca dei Piromalli avrebbe acquisito il controllo del settore degli appalti indetti dai maggiori comuni della Piana di Gioia Tauro e da altri enti - tra i quali l’Anas - nonché la gestione delittuosa di flussi economici finalizzata a riciclare ingenti somme di denaro derivanti da "fondi neri" creati attraverso attività economiche illecite.

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