‘Ndrangheta in Piemonte, 16 arresti: 'pizzo' sui night club

La cosca, secondo gli investigatori, era attiva nelle province di Torino, Biella, Vercelli e Novara. Tra i reati contestati un tentato omicidio, avvenuto nel 2014 a Volpiano
1 luglio 2016
14:25

Blitz di polizia e carabinieri, che questa mattina hanno eseguito 18 misure cautelari nei confronti di altrettante persone ritenute affiliate alla 'ndrangheta. L'operazione, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Torino, ha permesso alle forze dell'ordine di sgominare la 'locale' di Santhià, nel Vercellese. Tra i reati contestati un tentato omicidio, avvenuto nel 2014 a Volpiano (Torino), e il sequestro di persona di un imprenditore avvenuto nel 2010 a Novara.

 


Gli arresti - In carcere sono finite quindici persone, un'altra è invece agli arresti domiciliari, mentre per altre due persone è stato disposto l'obbligo di firma. La cosca, secondo gli investigatori, era attiva nelle province di Torino, Biella, Vercelli e Novara.


I reati contestati - Gli indagati devono rispondere, a vario titolo, di associazione mafiosa armata, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, detenzione e porto di armi, danneggiamento aggravato, incendio, sequestro di persona e tentato omicidio.

 

Sequestrati anche società, auto, immobili e terreni nelle province di Biella e Lecce.

 

Il tentato omicidio è quello di Antonio Tedesco, avvenuto a Volpiano, nel Torinese, il 23 luglio 2014. L'uomo, con diversi precedenti penali, fu colpito con numerose coltellate e lasciato esanime vicino alla piscina comunale, ma riuscì a salvarsi. Secondo gli investigatori, è stato punito per avere offeso uno degli esponenti della cosca a cui imputava una gestione a suo dire poco limpida di un night club.Dalle indagini della Procura e' emerso che alcuni night club erano soggetti a una vera e propria protezione mafiosa, anche se dinanzi agli inquirenti i gestori dei locali hanno negato qualsiasi forma di estorsione.

 

'Accertate condizioni di evidente omertà' - "Le indagini - scrive a tal proposito il procuratore capo di Torino Armando Spataro - hanno accertato condizioni di evidente assoggettamento e omerta' dimostrate anche da reticenze e assenze di denunce di fatti emersi grazie alle operazioni di intercettazione telefonica e ambientale. Le uniche denunce sono riconducibili a fatti (incendi e danneggiamenti aggravati principalmente) che hanno determinato nell'immediatezza l'intervento delle forze del'ordine, ma sono risultate comunque reticenti in relazione alla mancata indicazione di rapporti pregressi con i prevenuti".

 

I sequestri - Sono stati eseguiti 5 decreti di sequestro preventivo emessi nei confronti degli indagati Antonio Miccoli, Antonio e Giovanni Raso, Rocco e Saverio Dominello, riguardanti alcune societa' di lavorazioni edili, vetture di lusso, immobili e terreni in provincia di Biella e Lecce.

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