Era al 41 bis, la Cassazione ribalta la sentenza: ora è libero

Si tratta di Antonio Nesci, ristretto a Viterbo. Per la Corte d'appello di Reggio Calabria avrebbe dovuto scontare per associazione mafiosa 14 anni di carcere, ma i supremi giudici hanno deciso per l'annullamento senza rinvio

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29 novembre 2019
19:16

Era stato condannato a 14 anni di reclusione dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria per il reato di associazione mafiosa, nella giornata di oggi, però, la prima sezione della Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio, la pena a carico di Antonio Nesci, di 70 anni, originario di Fabrizia. Con Nesci, individuato dagli inquirenti come “capo e promotore dell’associazione”, era stato anche condannato a 12 anni di carcere Raffaele Albanese (75). Le indagini della Dda di Reggio Calabria avevano individuato nel 2016 – operazione “Helvetia” – una cellula della 'ndrangheta costituita nella cittadina svizzera di Frauenfeld, collegata alle cosche calabresi. La Cassazione, con questa decisione, ha ritenuto insufficienti gli elementi di prova, annullando la sentenza di secondo grado. Antonio Nesci, detenuto al 41 bis nel carcere di Viterbo, per effetto della sentenza della Cassazione, è stato immediatamente scarcerato, mentre Raffaele Albanese, che si trovava agli arresti domiciliari, è tornato in libertà. Nesci e Albanese erano difesi, rispettivamente, dagli avvocati Emanuele Genovese e Giovanni Vecchio.       

 

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