‘Ndrangheta, confisca milionaria a infermiere in servizio all'Asp di Reggio

Sigilli a fabbricati, appartamenti e locali commerciali del 61enne di Melito Porto Salvo, in passato ritenuto vicino alla cosca Iamonte

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di Redazione
5 aprile 2019
07:44
Uno dei beni confiscati nel Reggino
Uno dei beni confiscati nel Reggino

La Dia di Reggio Calabria ha eseguito un provvedimento di confisca di beni emesso dal locale Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione, su proposta avanzata, in forma congiunta, dal locale procuratore della Repubblica e dal direttore della Dia, nei confronti di Annunziato Iamonte, 61 enne di Melito Porto Salvo, già sorvegliato speciale, in passato ritenuto vicino all’omonima cosca di ‘ndrangheta.

La sorveglianza speciale

Il provvedimento scaturisce dalle indagini svolte dalla Direzione investigativa antimafia e coordinate dal procuratore distrettuale di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, sull’ingente patrimonio dell’uomo (infermiere all’Asp di Reggio Calabria), che hanno consentito di acclarare un’evidente sproporzione tra i redditi dichiarati, rispetto ai cospicui investimenti effettuati, risultati di provenienza illecita. Infatti, a suo carico è stata accertata, nel periodo 1999/2008, l’omessa segnalazione, prevista per legge, di numerose variazioni patrimoniali alla Guardia di Finanza, a cui era obbligato in quanto sottoposto alla misura della sorveglianza speciale. Tali condotte gli hanno permesso di acquisire la titolarità di numerosissimi immobili senza disporre, ufficialmente, dei redditi necessari. Per tali ragioni, il Tribunale di Reggio Calabria ha ravvisato nei confronti di Iamonte, almeno fino al 2014, una pericolosità sociale “generica”, poiché soggetto stabilmente dedito ad attività delittuose, ricomprendenti, oltre alle citate omissioni di natura patrimoniale, anche plurimi delitti di esercizio abusivo del credito.


La confisca

La confisca odierna ha riguardato numerosi beni, tra cui 57 unità immobiliari ubicate a Melito Porto Salvo (fabbricati, appartamenti, cantine e locali ad uso commerciale), circa 14 ettari di terreno coltivato, un’autovettura di grossa cilindrata e rapporti finanziari. Il valore complessivo dei beni sottoposti a confisca ammonta a circa 5 milioni e mezzo di euro.

 

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