'Ndrine e gioco illegale, i nomi dei 51 indagati dell'inchiesta Galassia

La Dda di Reggio Calabria ha chiuso l'indagine che ha disarticolato un'associazione criminale, riconducibile alla cosca Tegano, che si sarebbe impadronita del settore delle scommesse illecite arrivando a costruire un giro d'affari di 4 miliardi e mezzo  tra l'Italia e diversi paesi esteri

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di Angela  Panzera
28 settembre 2019
07:41

La Dda di Reggio Calabria fa il punto sulla maxi inchiesta “Galassia”. I pm antimafia Stefano Musolino e Sara Amerio hanno infatti notificato l’avviso di conclusioni delle indagini preliminari a 51 persone accusate, a vario titolo, di associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio e autoriciclaggio, illecita raccolta di scommesse online ed alla fraudolenta sottrazione ai prelievi fiscali dei relativi guadagni. Era il 14 novembre scorso quando sono scattati i provvedimenti di fermo. Sotto il coordinamento della Dna, oltre alla Procura dello Stretto, retta da Giovanni Bombardieri, anche le Dda di Bari  e Catania hanno eseguito le misure cautelare di una delle più importanti inchieste che ha riguardato le organizzazioni mafiose e il gioco d’azzardo internazionale.

L'inchiesta

L’inchiesta, condotta dalla Guardia di Finanza, ha documentato infatti un giro d’affari illecito da 4,5 miliardi con ingenti guadagni che venivano poi reinvestiti in patrimoni immobiliari e posizioni finanziarie all'estero. Le cosche, stando alle indagini, avevano spostato i propri interessi sul gioco on line, impadronendosi del mercato delle scommesse. Unorganizzazione unitaria che avrebbe operato sinergicamente non solo in Italia, ma anche all’estero per riciclare il denaro. Gli eventi sportivi erano quelli più redditizi. I guadagni venivano poi reinvestiti in patrimoni immobiliari e posizioni finanziarie all'estero, intestati a persone, fondazioni e società, schermati con la complicità di prestanome di comodo. Gli inquirenti hanno seguito il percorso del denaro usato per scommettere su internet e sono riusciti a ricostruire come i gruppi criminali coinvolti nell’inchiesta si sono spartiti e controllavano, con modalità mafiose, il mercato delle scommesse clandestine on line. I sequestri hanno riguardato diversi stati esteri tra cui Malta. ma anche Austria, Svizzera, Regno Unito, Isola di Man, Paesi Bassi, Curacao, Serbia, Albania, Spagna. Un patrimonio illecito accumulato negli anni rintracciato anche grazie con la collaborazione di Eurojust e delle autorità giudiziarie estere.Sul fronte calabrese, l’inchiesta vede coinvolti esponenti del clan Tegano. Ed in particolare il gruppo delle giovani leve chiamate “Teganini”, i rampolli della famiglia originaria di Archi, quartiere nord alla periferia di Reggio Calabria, che costituiscono un cartello unico con la ‘ndrina dei De Stefano e dei Condello. Tra gli indagati c’è Domenico Tegano, classe 1992, ritenuto un personaggio centrale. Il giovane è figlio del boss Pasquale Tegano. Per i pm antimafia Amerio e Musolino sarebbe uno delle nuove leve dell’omonima cosca di Archi la cui «personalità- era scritto nel decreto di fermo- è emersa in termini allarmanti». Tegano, nell’ambito dell’indagine “Galassia” è poi accusato di essere un «soggetto - espressione dell'infiltrazione mafiosa e, perciò, garante dell'efficace capacità operativa della rete commerciale - inserito con posizione parassitaria sovraordinata a quella di Iannì, nel sistema multilivello provvigionale (con nickname: Rucolabet), al fine di lucrare i profitti dell'infiltrazione mafiosa». A svelarne i meccanismi illeciti delle organizzazioni criminali sono stati ben sei collaboratori di giustizia e tra questi spicca Mario Gennaro, l’uomo dei Tegano che dopo essere stato arrestato nell’inchiesta “Gambling”, messa a segno nel 2015, ha deciso di vuotare il sacco e svelare agli inquirenti l’infiltrazione della ‘ndrangheta nel settore. Un altro collaboratore di giustizia ritenuto “fondamentale” per l’accusa è Fabio Lanzafame; proprio grazie alle sue dichiarazioni rese agli investigatori  la Procura ha aggiunto “ tasselli” nella ricostruzione dell’intero business criminale. Il “pentito” è accusato di essere un «dirigente-organizzatore dell'associazione, con il ruolo di promotore territoriale dei brand e gestore di una pluralità di reti commerciali, operanti tramite siti ".com" forniti dai vertici del sodalizio, operanti anche in Calabria ed, in particolare, attivando in queste provincia, grazie al supporto agevolativo fornito da Iannì Danilo, l 'agenzia "Planetwin365" sita in Reggio Calabria». Adesso tutti rischiano il processo e dopo l’inchiesta “Gambling” con “Galassia” la Dda di Reggio si prepara a celebrarne un altro davvero imponente nel contrasto alle mafie e al gioco illegale.


 

Gli indagati

Abbadessa Giuseppe

Alampi Rocco

Aricò Domenico

Berton Enrico

Boekhoorn Marcel Martinus Jacobus Johannes

Calanni Billa Gianni Luca

Caliò Gabirele

Caminiti Carmelo

D’Anna Gino Vincenzo

Decandia Giuseppe

Discornia Luigi

Franco Francesco

Frendo Alexander

Furfaro Santo

Iannì Bruno Danilo Natale

Iannì Giovanni

Ivanovic Ivana

Lanzafame Fabio

Laruffa David

Levato Marco

Maitilasso Ida

Marconcini Giuseppe

Mazza Carmelo

Mercurio Carla

Michieli Bruno

Mottareale Antonino

Murina Carmelo Consolato

Oost Diedrik

Papaleo Roberto

Pedone Gaetano

Pensabene Giuseppe, classe 1976

Pio Alfonso

Polimeni Antonio Augusto

Porcino Demetrio Antonio

Ricci Antonio

Salvaggio Pietro

Sanchez Joseph Paul

Schembri Davide, classe 1974

Sergi Francesco

Servidio Giuseppe  

Sestito Danilo

Sipone Paolo

Smallwood Thomas Harold Saint Clair

Sperindeo Massimo

Stalteri Giuseppe

Tavarelli Giuseppe

Tavarelli Paolo Carlo

Tegano Domenico, classe 1992

Tortorici Onofrio

Van Wijngaarden Philp Leonard

Zungri Antonio

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