Il 24enne è partito da Firenze dove risiede con l’obiettivo di colpire Antonio Sergi. I contrasti fra le due famiglie e i problemi con la droga. Ecco le accuse mosse dalla Procura di Vibo a Riccardo Proto
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Resta in carcere per tentato omicidio aggravato, Riccardo Proto, 24 anni, di Firenze, che nel pomeriggio di mercoledì ha accoltellato Antonio Sergi a Nicotera all’interno della sua farmacia. È quanto deciso dal gip del Tribunale di Vibo Valentia, Rossella Maiorana, che ha convalidato il fermo dei carabinieri in quanto compiuto in flagranza di reato e, al contempo, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.
La contestazione mossa dalla Procura di Vibo a Riccardo Proto (difeso dall’avvocato Francesco Capria) parla di motivi abietti e futili nel fatto di sangue, legati al rancore per l’acquisizione della farmacia di famiglia da parte dei Antonio Sergi, e a una contesa immobiliare. Il 24enne è partito direttamente da Firenze, città di residenza, per raggiungere Nicotera e recarsi nella farmacia Medma munito di due coltelli a serramanico. Una volta dentro la farmacia, il giovane si sarebbe introdotto con destrezza nel retro dei locali dove lavorava da solo Antonio Sergi sferrandogli repentinamente cinque colpi con un coltello d’acciaio con lama di 16 centimetri.
Il farmacista è stato colpito (si legge nel capo d’imputazione) al cranio, al collo e alla schiena che gli cagionavano ferite multiple guaribili in 21 giorni. L’omicidio non si consumava solo grazie all’intervento di due persone presenti in farmacia e per il pronto soccorso prestato alla vittima. Le plurime aggravanti contestate dalla Procura fanno riferimento alla premeditazione del fatto di sangue, ai motivi abietti e futili alla base del tentato omicidio e al ferimento avvenuto in luoghi tali da ostacolare la difesa. Contestato con altro capo di imputazione anche il porto abusivo di armi in relazione ai due coltelli a serramanico. Riccardo Proto dopo l’accoltellamento è stato trovato dai carabinieri all’interno di un bar vicino alla farmacia su corso Cavour, seduto su una sedia con le mani sulla nuca e quella destra bendata e insanguinata. Anche i pantaloncini e le scarpe erano sporchi di sangue. Riccardo Proto ha subito detto ai militari dell’Arma di essere l’autore dell’accoltellamento e che avrebbe collaborato al fine di consegnarsi alla giustizia. Un coltello è stato trovato nella tasca dei pantaloncini di Proto, un altro nella pattumiera del bar.
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