Il Gup di Reggio Calabria, Tommasina Cotroneo, a conclusione del processo celebrato con il rito abbreviato scaturito dall'indagine Gallico, coordinata dalla Procura distrettuale antimafia, ha inflitto venti anni di reclusione ciascuno a Domenico Mariano Corso e Antonino Crupi, presunti capi di un sodalizio 'ndranghetistico operante nella zona nord di Reggio Calabria.

Il giudice monocratico, inoltre, ha condannato Antonio Utano a tredici anni e nove mesi di carcere; Antonio Laruffa, a nove anni; Pasquale Cartisano, a quattordici anni; Rocco Marconese, a nove anni e quattro mesi. Inoltre, otto anni di reclusione ciascuno sono stati inflitti a Lorenzo Alberto Martino, Antonio Cangemi e Luigino Molinetti. Il Gup Cotroneo, ancora, ha condannato Salvatore Giuseppe Molinetti, a cinque anni e quattro mesi; Francesco Foro a un anno e quattro mesi, pena sospesa, e, a un anno e due mesi, il collaboratore di giustizia Antonio Randisi. Il giudice, infine, ha assolto Emanuela Morabito.

L'operazione Gallico del 2024 - sono circa 40 gli indagati - eseguita dalla Polizia di Stato, aveva fatto emergere le responsabilità dei clan della 'ndrangheta nei quartieri della zona nord di Reggio Calabria, in ordine ad alcuni omicidi per il controllo delle estorsioni ai commercianti, l'imposizione alle imprese di persone legate ai clan e l'acquisto di merci da rappresentanti della 'ndrangheta, un fiorente traffico di marijuana, intestazione fittizia di beni, una situazione “asfissiante” per chiunque tentasse di avviare attività economiche senza la cosiddetta “messa a posto” (il via libera), rilasciata dai capi del sodalizio criminale.