Omicidio Fortugno, il padre del killer assassinato mesi prima a Gallico

Identificato l’esecutore materiale dell’agguato del 16 marzo scorso. Si tratta di un 28enne del luogo. Fondamentali le immagini di videosorveglianza

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di Redazione
4 luglio 2018
07:49
Omicidio di Pasquale Chindemi
Omicidio di Pasquale Chindemi

Attraverso il confronto di moltissimi filmati, i poliziotti della Squadra Mobile sono riusciti ad individuare l’Audi A3 Sportback utilizzata dal sicario la sera del 16 marzo per compiere l’agguato a Demetrio Logiudice in cui rimase uccisa Fortunata Fortugno  colpita alla testa. Tutti gli accertamenti effettuati al riguardo, hanno dimostrato che la macchina veniva utilizzata esclusivamente da Paolo Chindemi, ventottenne di Gallico. Le intercettazioni ambientali disposte dalla Dda di Reggio Calabria, hanno consentito di raccogliere ulteriori e pregnanti elementi che, in combinazione con i dati acquisiti dagli impianti di video sorveglianza, con riferimento al mezzo utilizzato dal killer per compiere l’agguato, andavano a comporre un quadro indiziario grave, preciso e concordante a carico di Chindemi, quale esecutore materiale dell’efferato delitto, che è stato fermato questa notte dai poliziotti della Sezione omicidi della Squadra Mobile di Reggio Calabria. Paolo Chindemi è figlio di Pasquale, assassinato tre mesi prima a Gallico nel corso di un agguato.

Individuata consorteria di ‘ndrangheta operante a Gallico

Nell’ambito dell’inchiesta “De Bello Gallico” gli investigatori hanno ricostruito l’assetto organizzativo ed operativo di un emergente gruppo mafioso, aderente alla ‘ndrangheta, dedito alla consumazione di reati contro la persona e il patrimonio, composto da Paolo Chindemi, esecutore materiale dell’omicidio di Fortunata Fortugno e del tentato omicidio di Demetrio Logiudice, dallo zio Mario Chindemi classe 1968, da Santo Pellegrino classe 1986 e Ettore Corrado Bilardi detto “Pietro” classe 1952, tutti sottoposti a fermo di indiziato di delitto per associazione mafiosa. Le intercettazioni ambientali hanno dimostrato che lo scopo fondamentale del sodalizio era quello di affermare a Gallico la propria leadership criminale conquistando spazi sempre più ampi con l’uso delle armi nelle azioni volte ad assumere il controllo delle attività estorsive in danno di imprenditori e commercianti del luogo e ad eliminare esponenti delle fazioni contrapposte. Ad alcuni componenti del gruppo mafioso è contestato un atto intimidatorio perpetrato a Gallico lo scorso 22 maggio, mediante l’esplosione di alcuni colpi di fucile contro le serrande di due garage di un condominio di cinque piani


 

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