Omicidio Prestia Lamberti, 14 anni di reclusione per l'imputato

Il 16enne di Mileto ha sparato e ucciso l’amico il 29 maggio 2017. La Procura dei minori aveva chiesto la condanna a 16 anni

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di Redazione
8 giugno 2018
12:10
La vittima, il giovane Francesco Prestia Lamberti
La vittima, il giovane Francesco Prestia Lamberti

Quattordici anni di reclusione. È questa la condanna che il Tribunale dei minori di Catanzaro ha emesso nei confronti di Alex Pititto, 16enne di Mileto reo confesso dell’omicidio del coetaneo Francesco Prestia Lamberti, avvenuto il 29 maggio dello scorso anno nella cittadina vibonese. La Procura dei minori, nei giorni scorsi, aveva chiesto la condanna a 16 anni. Al giovane sono contestati i reati di omicidio aggravato, detenzione illegale e porto in luogo pubblico di una pistola, percosse, violenza privata, minaccia e lesioni personali aggravate ai danni di altri tre minorenni e del 19enne di Paravati Domenico Evolo.

 


Alex Pititto, difeso dagli avvocati Giuseppe Monteleone e Gianfranco Giunta, ha scelto il processo con rito abbreviato che gli ha consentito di usufruire dello sconto di pena pari ad un terzo. Dopo aver esploso alcuni colpi di pistola che hanno attinto al capo ed al corpo Francesco Prestia Lamberti (omicidio aggravato dai futili motivi), Alex Pititto per assicurarsi l’impunità, avrebbe minacciato di morte il 19enne Domenico Evolo puntandogli la pistola al fianco intimandogli di non dire nulla.

 

Il 10 maggio dello scorso anno, Pititto avrebbe invece dato appuntamento di notte - secondo l’accusa - ad altri due minorenni. Sospettando che uno dei due intrattenesse una relazione sentimentale con una ragazzina del luogo di cui si era invaghito, l’allora 15enne avrebbe costretto i due ragazzi ad inginocchiarsi dinanzi a lui. Fatto ciò, avrebbe afferrato un pesante tubo di ferro colpendoli entrambi, provocandogli lesioni giudicate guaribili in 12 giorni. Due giorni prima dell’omicidio, Alex Pititto avrebbe infine minacciato di morte un altro ragazzo minorenne al fine di venire a conoscenza se fra Francesco Prestia Lamberti e la ragazzina “contesa” vi fosse una relazione sentimentale, intimando poi allo stesso minorenne minacciato di non riferire nulla dell’incontro alla sua vittima designata.

 

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