STIGE | Matrimoni gratis al castello, il clan porta vino e pesce: il resto lo “offre” Flotta

Banchetti e festeggiamenti gratuiti per gli esponenti della cosca. Travolto dalla bufera giudiziaria che ha portato all’arresto di 169 persone anche il volto noto più volte al centro di trasmissioni televisive dedicate al wedding
di Manuela Serra
10 gennaio 2018
15:10
Nicola Flotta e la statua che lo rappresenta nel Castello
Nicola Flotta e la statua che lo rappresenta nel Castello

Banchetti e festeggiamenti nell’imponente Castello Flotta “offerti” dal cavaliere, il proprietario dell'imponente struttura sita a Mandatoriccio, nel Cosentino. È questo quanto emerge dall’ordinanza di misura cautelare dell’operazione “Stige” che ha portato all’arresto di 169 persone. «Censito un numero “impressionante” – scrivono inquirenti - di banchetti che, nel corso degli anni, sono stati organizzati da persone intranee al sodalizio Farao/Marincola o da loro congiunti».


Questo risulterebbe anche dalle dichiarazioni del collaboratore Domenico Bumbaca che racconta - si legge ancora nell’ordinanza - di aver partecipato a Castello Flotta al ricevimento matrimoniale di una delle sorelle di Peppe Spagnolo, esponente della cosca Farao, per il quale Flotta non era stato pagato. «Il matrimonio è stato fatto là e Peppe non ha tolto un euro per il matrimonio, non l’ha pagato, è stato offerto da quello là il matrimonio. Stiamo parlando di un matrimonio che c’erano forse 500 persone». E ancora ribadisce in un altro interrogatorio: «Peppe Spagnolo mi ha detto che non avrebbe pagato nulla per il banchetto e si era limitato a portare il pesce ed il vino».


Le richieste di denaro a Flotta… ma con cautela

Il cavalier Flotta, noto anche per le sue apparizioni nel fortunato programma televisivo “Il boss delle cerimonie”, è coinvolto anche per quanto riguarda la gestione di un credito. Giuseppe Farao, classe '84 (figlio di Silvio) comunicava alla zio detenuto, Giuseppe, di aver pressato Nicola Flotta per avere denaro «…gli ho detto che…. gli ho detto chiaro, chiaro... gli ho detto vedi che i due anni sono passati da quando abbiamo parlato io, voi e lui, vi ricordate che lui ha detto due anni?... e che questi aveva “preso tempo” sino all’estate seguente…ora ha detto questa estate…». Farao Giuseppe (il detenuto) invitava il nipote – è quanto emerge dall’ordinanza - a richiedere il denaro con estrema cautela, quasi per non fare “rimanere male” lo stesso Nicola Flotta: «…perché se noi facciamo il conto di tutti i matrimoni… omissis… aspè fatti spiegare…tutti i matrimoni che abbiamo fatto… se avessimo dovuto pagare 50 euro, eh?..."omissis"…se avessimo dovuto pagare…».

«...l’arroganza non serve»

Sulla base di tali premesse, consigliava al nipote di non insistere, per evitare di deteriorare i rapporti, suggerendogli addirittura le parole che avrebbe dovuto dire «…gli devi dire vedi che ti ha mandato tanti saluti e basta, lui ti manda a dire di quello che tu… ti sente della famiglia… e basta…», escludendo l’uso della forza «…e così bene, però non forziamo perché… quando si tira assai la corda, come tante persone, poi si spezzava invece si deve mantenere... omissis…e così si fa, l’arroganza mettetevelo in testa che non serve…».

 

Manuela Serra

Giornalista
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