Tutto azzerato, con strascichi giudiziari che sicuramente nei prossimi mesi faranno da corollario alla decisione. Il Comune di Vibo Valentia ha revocato l’affidamento dei lavori alla ditta impegnata nella riqualificazione del Parco urbano di Vibo, dove due mesi fa perse la vita in un assurdo incidente il piccolo Francesco Mirabelli. Contestualmente, l’amministrazione ha revocato i relativi incarichi al direttore dei lavori e al responsabile unico del procedimento, rispettivamente Giuseppe Dileo (“per gravi irregolarità e carenze nell’esercizio delle funzioni”) e Onofrio Maragò.

Un colpo di scena carico di significati non tutti sondabili nella fredda comunicazione burocratica della determinazione n.2869 del 12 novembre, firmata dalla dirigente del Settore 5 – Infrastrutture e Nuove Opere, Lorena Callisti. Il contratto d’appalto alla Edilmillenium S.r.l. (in avvalimento con Promocost S.r.l.) è stato revocato “per grave inadempimento nell’esecuzione dei lavori”.

Un anno di ritardi

La decisione arriva dopo mesi di ritardi accumulati nel cantiere, nonostante proroghe e diffide formali inviate dal Comune. I lavori, consegnati all’impresa nel settembre 2024, avrebbero dovuto concludersi entro ottobre 2025, ma a fronte di un primo stato di avanzamento lavori liquidato a giugno, il cronoprogramma non è stato rispettato.

Un progetto da 350mila euro

L’intervento, dal valore complessivo di 350mila euro, è finanziato con fondi statali destinati alla Regione Calabria in base alla Legge 197/2022. Il progetto prevede la riqualificazione del Parco urbano Moderata Durant – uno dei principali polmoni verdi della città – e la realizzazione di un’area fitness attrezzata in via Veneto, a Vibo Marina.

Dopo la fase di progettazione, nel settembre 2024 l’appalto era stato aggiudicato alla ditta Edilmillenium S.r.l. di Ardore (Reggio Calabria), in avvalimento con la società Promocost S.r.l. di Brindisi, per un importo complessivo di circa 213mila euro, con un ribasso del 31%.
I lavori erano stati consegnati il 16 ottobre 2024, ma – si legge negli atti – non sono mai realmente partiti.

Diffide, proroghe e varianti

Già a novembre 2024 l’impresa era stata messa in mora dal Comune per mancato avvio delle opere. Nei mesi successivi sono seguite diffide, solleciti e una richiesta di proroga alla Regione Calabria, che ha concesso al Comune tempo fino al 30 ottobre 2025 per completare l’intervento.

Nonostante le proroghe e l’approvazione di una perizia di variante (giugno 2025), i lavori hanno continuato a procedere a rilento.
A luglio 2025 era stato approvato solo il primo stato di avanzamento lavori (Sal 1), pari a circa 82mila euro, mentre il resto del progetto risultava sostanzialmente fermo.

Da qui la decisione che di fatto azzera la struttura tecnica originaria del progetto, aprendo la strada a un nuovo assetto gestionale.

Per garantire la prosecuzione dell’intervento, l’amministrazione ha ora nominato due funzionari comunali: l’ingegnere Vincenzo Maccaroni come nuovo responsabile unico del progetto (Rup) e l’ingegnere Massimo Trimmeliti come direttore dei lavori e Coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione.

Una tragedia che ha segnato per sempre la città

Intanto il Parco urbano continua ad essere chiuso dal giorno dell’incidente, il 5 settembre scorso, quando Francesco, appena tre anni e mezzo, venne travolto da una trave del percorso fitness dell’area verde non ancora aperto al pubblico ma comunque accessibile. Il bambino subì un delicatissimo intervento all’ospedale Jazzolino, dove i medici riuscirono a fermare le emorragie interne e stabilizzarlo per il trasferimento al Bambino Gesù di Roma dove purtroppo mori l’11 settembre. Una tragedia che ha segnato per sempre la città di Vibo.