Stige, il “boss delle cerimonie” non è un mafioso: «Grazie Giustizia»
VIDEO | Parla Nicola Flotta, l'imprenditore della ristorazione coinvolto nella maxi-inchiesta e accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Il Gup di Catanzaro ha confermato la sua totale estraneità ai fatti. L’associazione Basta vittime sulla SS106 lo nomina socio onorario del sodalizio
«Finalmente è finita. Devo ringraziare e mi devo inchinare davanti alla Giustizia italiana, perché mi ha regalato una grande soddisfazione. Ha camminato velocemente e, ripeto, mi devo inchinare davanti alla Giustizia e la devo ringraziare». Sono le parole di Nicola Flotta, l’imprenditore della ristorazione che in Calabria e più in generale da Napoli in giù è conosciuto come il nuovo “boss delle cerimonie”. Commenta così la sentenza di assoluzione emessa nei suoi confronti dal Giudice per l’udienza preliminare di Catanzaro, lo scorso 25 settembre, scagionandolo – di fatto – da un’accusa gravissima com’è quella di concorso esterno in associazione mafiosa.
Flotta, oggi 60enne, era stato coinvolto nella maxi inchiesta Stige, che nel gennaio 2018 aveva disarticolato la cosca Farao – Marincola di Cirò.
E oggi il “boss delle cerimonie” ha trovato l’occasione giusta per esprimere tutta la sua gioia e commozione per l’assoluzione in primo grado. L’associazione Basta vittime sulla Statale 106, infatti, proprio stamattina lo ha insignito della carica di socio onorario del sodalizio durante una conferenza stampa ad hoc tenutasi a Corigliano-Rossano.
Ringrazia chi gli è stato vicino
«La gente mi ha sostenuto tantissimo» ha detto ancora Nicola Flotta raccontando a cuore aperto questi ventuno mesi in cui lui ed i suoi legali hanno dimostrato ogni estraneità alle accuse mossegli. «Mi conoscono da quando sono nato e tutte le persone sanno che sono contrario a certe cose. Ho avuto un sostegno molto forte da parte della gente – ripete commosso - e voglio ringraziare tutta la costa e tutti quelli che mi conoscono». Usa un linguaggio semplice Nicola Flotta. Semplice come lo è lui a dispetto di quanto possa sembrare un uomo sessantenne, con i capelli lunghi in perfetto stile anni ’90, vestito di tutto punto con un classico gessato grigio, spezzato da una sgargiante cravatta variopinta. È il suo stile. È lo stile inconfondibile del “Cavaliere” (il titolo gli è stato conferito dal Presidente della Repubblica oltre un decennio fa) che lo ha reso sicuramente una persona sui generis.
Self-made man
E quello della persona semplice è un marchio a cui Flotta tiene tantissimo. «Sono partito da meno di niente – ha ricordato stamattina ai cronisti – e ho creato la mia impresa». Che oggi è tutta incentrata attorno alle grandi cerimonie (matrimoni, battesimi, anniversari e quanto di più c’è da festeggiare) che si tengono nel suo “castello”: una modernissima struttura lungo la costa di Mandatoriccio che richiama per forme architettoniche un bastione medievale e che all’interno delle sue sale riproduce diversi stili: dal classico, al barocco per finire al rococò. Un’impresa, anch’essa sui generis, che richiamò le attenzioni di Antonio Polese, ideatore e conduttore (oggi scomparso) del reality di successo “Il Boss delle Cerimonie” andato in onda su Real Time fino al 2014 e dal quale Flotta ha appreso i segreti del successo.
Socio onorario di Basta Vittime sulla SS106
Ma ad essere contenti per l’assoluzione e soprattutto per il fatto che Flotta non è un mafioso sono anche i componenti dell’Associazione Basta vittime sulla Statale 106. Che al termine dell’iter giudiziario lo hanno insignito della carica di socio onorario. A lui che è già da tempo membro del sodalizio per essere il figlio di una delle tantissime vittime mietute dalla strada della morte. A consegnare a Flotta la classica “maglia gialla” che contraddistingue e i soci onorari, stamattina, è stato il presidente Fabio Pugliese. «Nicola Flotta è uno di quegli iscritti di Basta vittime che più si prodiga nel lavoro dell’associazione. Avevamo già determinato di insignirlo come socio onorario perché Nicola Flotta – ha detto Pugliese – onora la nostra associazione così come ci onora la sua presenza con noi. Oggi dopo che è stato assolto dalle accuse di associazione mafiosa abbiamo deciso di premiarlo perché lo ritenevamo giusto».