L’inchiesta

Pentito di ’ndrangheta morto mentre era sotto protezione in Abruzzo, indagati otto medici

La vicenda è riportata dal quotidiano Il Centro. Secondo il pm Gabriella De Lucia i camici bianchi, in servizio nelle carceri di Prato e Pescara, avrebbero omesso diagnosi e trattamenti terapeutici adeguati

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di Redazione
19 ottobre 2022
11:27

Per il pm Gabriella De Lucia non avrebbero agito secondo quando raccomanda l''ars medica', avrebbero omesso la diagnosi e trattamenti terapeutici adeguati: si tratta di otto medici delle carceri di Prato e Pescara, indagati per omicidio colposo in relazione alla morte di Domenico Cricelli - di Tropea -, pentito della 'ndrangheta che per anni ha vissuto sotto protezione in Abruzzo, prima nel Teramano, poi a Montesilvano (Pescara) dove è deceduto a 51 anni il 13 maggio 2019.

A spiegare i dettagli dell'inchiesta è un articolo a firma di Maurizio Cirillo nell'edizione odierna del quotidiano Il Centro. Degli otto imputati, che nel febbraio 2023 dovranno presentarsi davanti al gup di Pescara, sei avevano avuto modo di rendersi conto delle condizioni di salute del detenuto nel carcere di Pescara, due lo avevano visitato quando era in Toscana.


Il giorno prima di morire, si legge su Il Centro, Cricelli avrebbe lasciato un biglietto, che il figlio consegnò poi alla Polizia di Pescara, in cui chiedeva di essere sottoposto ad autopsia per accertare le cause delle sua morte ed eventuali responsabilità.

«Una richiesta cui venne dato seguito dalla Procura di Pescara», con il pm Salvatore Campochiaro che dispose l'autopsia. Cricelli morì per l'aggravarsi di una malattia che lo aveva colpito molti anni prima e che, a detta dei familiari «che con la loro denuncia hanno fatto scattare l'inchiesta appena conclusa con la richiesta di processo per gli otto medici, sarebbe stata sottovalutata se non addirittura trascurata». 

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