Policlinico di Catanzaro, lo scontro continua: nuovo ricorso contro il commissario Zuccatelli

Il rettore De Sarro si appella al Consiglio di Stato dopo che la nomina del manager è stata confermata dal Tar. «Unità operative stravolte senza alcuna comunicazione all'ateneo» 

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di Luana  Costa
23 maggio 2020
14:39
Caterina De Filippo, Giovambattista De Sarro, Sergio Abramo e Giuseppe Zuccatelli
Caterina De Filippo, Giovambattista De Sarro, Sergio Abramo e Giuseppe Zuccatelli

Si alza il livello dello scontro ai vertici del Policlinico di Catanzaro. Il rettore dell'università Magna Grecia, Giovambattista De Sarro, riprova ad affossare la nomina del commissario straordinario, Giuseppe Zuccatelli, notificando un nuovo ricorso, ma questa volta al Consiglio di Stato, per ottenere la riforma della sentenza di primo grado con cui il Tar aveva confermato la legittimità di quella nomina. 

Nomina legittima

All'esito della camera di consiglio del 20 aprile scorso, i giudici amministrativi avevano, infatti, emesso un'ordinanza con cui si chiariva che: «La nomina per limitato periodo transitorio dell'organo commissariale non risulta arrecare un danno tangibile all'università per il solo difetto del suo placet».


 

E nei fatti nel primo ricorso l'ateneo aveva contestato il mancato coinvolgimento del rettore nel processo di individuazione e nomina del commissario straordinario del Policlinico, frutto di un accordo mai avvenuto tra il commissario ad acta, Saverio Cotticelli, e l'ex presidente della Regione, Mario Oliverio.

I nomi graditi al rettore

Nel corso di quelle trattative l'ateneo aveva dapprima espresso quale nominativo gradito quello dell'attuale commissario dell'Asp di Vibo Valentia, Giuseppe Giuliano, e successivamente quello del direttore medico di presidio, Caterina De Filippo. Nomi entrambi poi superati dalla deliberazione del Consiglio del ministri e dal decreto del ministro della Salute, Roberto Speranza, che ha chiamato a ricoprire quel ruolo, Giuseppe Zuccatelli. 

Il commissario nuoce all'ateneo

Con il nuovo ricorso – al Consiglio di Stato e contro il Consiglio dei ministri e il ministero della Salute – l'università compie un passo in avanti con l'obiettivo di dimostrare che non vi è alcun pregiudizio sul nome bensì sulle azioni sinora svolte dal commissario che avrebbero prodotto danno alle attività universitarie.

 

«I primi provvedimenti adottati – si legge nel ricorso – incidenti su personale universitario non sono stati neanche inviati per mera conoscenza all’ateneo, men che meno discussi o concertati. Si tratta, in particolare, in taluni casi, di un vero e proprio stravolgimento di unità operative e reparti che, come da note depositate, è avvenuta senza neanche comunicazione al rettore».  

I troppi incarichi di Zuccatelli

L'obiettivo del rettore – e quindi del ricorso – è mantenere inalterate le peculiarità delle attività universitarie messe a rischio dal commissario straordinario che detiene più incarichi oltre a quello di guida del policlinico universitario: «L’ateneo, in questi mesi, ha dovuto prendere atto che la nomina priva di intese non voleva solo dire che l’ateneo era stato escluso in quella fase, ma che lo sarà anche dalla concreta gestione dell’azienda nel periodo commissariale. L’emergenza sanitaria, inoltre, ha messo a nudo in maniera ancora più evidente quanto errato sia stato accomunare la gestione di un’azienda universitaria con altre ospedaliere nonostante peculiarità e caratteristiche evidentemente incompatibili».

 

Giuseppe Zuccatelli è infatti commissario anche dell'azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio e dell'Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, ed è su questa falsa riga che il rettore incalza: «Le vicende riguardanti la gestione di due delle tre aziende, hanno purtroppo confermato l’impossibilità reale di una gestione unitaria, rimessa ad un unico soggetto, di tre realtà così diverse che, nella fase di emergenza sono divenute, sideralmente distanti».

La valutazione sul manager e una nuova intesa

Sulla scorta delle possibilità aperte dal decreto Calabria, l'università chiede l'attivazione del procedimento di valutazione sul manager per riaprire una vera concertazione ed intesa tra le parti, un remand, che seguendo lo spirito della giurisprudenza costituzionale citata individui una vera “intesa” non solo sul nome ma anche sulla mission condivisa e concordata».

Giornalista
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