Verso i cantieri

Ponte sullo Stretto, ora è incubo espropri. Il sindaco Caminiti: «Per Villa è un’emergenza sociale»

Riattivato il piano regolatore degli anni ‘80 per evitare il deprezzamento degli immobili privati destinati a essere acquisiti dallo Stato. Ancora non è chiaro il numero preciso dei beni da espropriare che dovrebbero essere circa un migliaio 

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di Elisa Barresi
15 gennaio 2024
07:15
Ponte sullo Stretto, nel riquadro il sindaco di Villa San Giovanni Giusy Caminiti
Ponte sullo Stretto, nel riquadro il sindaco di Villa San Giovanni Giusy Caminiti

Il Ponte sullo Stretto più che sogno si sta trasformando in un incubo, quantomeno lo è di certo per i villesi interessati dagli espropri. Si sta passando dalle parole ai fatti. E Villa San Giovanni ha una posizione netta che il sindaco Giusy Caminiti ha stigmatizzato confermando che la città in questo momento ha un’emergenza che ha priorità su tutti i tavoli. «Noi abbiamo un problema sociale che è determinato dagli espropri. La nostra priorità è tutelare i villesi. Non ci piace nemmeno parlare di ditte. Non ci piace quantificare come ditte. Per noi la priorità sono i cittadini che potrebbero veder pubblicato da qui ai prossimi 60/80 giorni l’avviso delle case, dei terreni e delle unità ad uso commerciale che saranno oggetto di esproprio. E allora in questo senso abbiamo corso. Abbiamo corso per approvare in consiglio comunale il 12 dicembre una misura concessa dalla Regione Calabria che si chiama Misura suolo consumo zero che ci permette di riattivare il nostro vecchio piano regolatore generale. Questo perché il nostro piano regolatore degli anni 80 era decaduto. Questo avrebbe voluto dire che un esproprio su un’aria avrebbe qualificato quell’aria come “Bianca”. Sostanzialmente indennizzo pari a quello delle aree agricole». 

Un’eventualità che avrebbe potuto creare un danno economico per il proprietario dell’aria stessa. La riattivazione del PRG grazie all’adesione a questa misura permette, invece, di riportare in vita le destinazioni urbanistiche. «Questo – ha confermato la Caminiti – eviterà anche il momento di ricorsi. Abbiamo chiesto un momento di consultazione con la ditta per la quantificazione dell’esproprio tutelando così ciò che spetta ai nostri cittadini». 


Ma adesso siamo all’ulteriore giro di boa. L’amministrazione, infatti, ha chiesto alla società Stretto di Messina S.p.A. di sedersi con la sua struttura tecnica con l’ufficio tecnico comunale per riguardare il piano degli espropri. «Abbiamo già notato che può essere che un piano fatto a Roma sia altra cosa rispetto a un piano visto nel territorio. Vogliamo che i tecnici della Stretto di Messina insieme ai tecnici della nostra struttura comunale guardino casa per casa, unità per unità, terreno per terreno, quale sia la reale vicinanza al ponte. Evidenziare quali sono le opere salvabili in un contesto di costruzione del ponte. Questo vorrà dire agire a cerchi concentrici in maniera tale ed evitare gli espropri dove è possibile ad avere per esempio solo delle occupazioni temporanee determinate da un’interferenza con l’aria di cantiere».

Questo vorrebbe dire “salvare” tutte quelle situazioni in cui oggi si trovano, nella vecchia mappa, espropri zona di noleggio mezzi, di pulizia mezzi, di parcheggio mezzi. Per il sindaco, infatti, tutto questo si può fare in altre zone della città. «Si può fare ad esempio, l’abbiamo detto alla Stretto di Messina, nei nostri terreni confiscati in maniera tale che si prendono i terreni confiscati di cui ha disponibilità il Comune di Villa San Giovanni ma non si tocchino i terreni e le strutture dei privati. Per noi un esproprio vale uno. E non vogliamo che la mappa degli espropri sia calata sulla città ma abbiamo chiesto che sia un tavolo in cui ciascuna situazione venga valutata caso per caso. Venga rinviata quanto più possibile. Venga eliminata se ci sono le condizioni per non avere abbattimento strutture. Non avere espropri avere solo delle occupazioni».

Oggi più che mai, dunque, Villa freme per conoscere il nuovo progetto definitivo considerando che nel 2011 gli espropri erano poco più di 500 e si parlava, invece, di un numero di esproprianti pari quasi a 1000. Sono passati 12 anni per cui tante altre abitazioni saranno state costruite dove si immaginava quel progetto. «Dobbiamo necessariamente avere il nuovo progetto aggiornato e comunque noi già sul vecchio progetto stiamo facendo questa valutazione con i tecnici comunali in maniera tale da arrivare preparati non appena si aprirà questo tavolo espropri».

Giornalista
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