Crisalide, in primo grado 43 condanne e 9 assoluzioni

Gli imputanti erano accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, traffico di droga, armi, estorsione e rapina. L’operazione scattò nel maggio 2017 e portò a 52 fermi

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di Redazione
15 maggio 2019
17:48
Tribunale
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Con 43 condanne e 9 assoluzioni si è concluso il processo di primo grado denominato “Crisalide”, scaturito da un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro contro la cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri di Lamezia Terme. Ad emettere la sentenza del processo, celebrato con il rito abbreviato, è stato il Gup di Catanzaro, Pietrò Carè.

 


Gli imputati erano accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, traffico illecito di sostanze stupefacenti, possesso illegale di armi ed esplosivi, estorsione, danneggiamento aggravato, rapina, violazione delle leggi per la composizione e l’elezione degli organi comunali. Tra i 43 condannati, con pene che vanno da un minimo di otto mesi a un massimo di 20 anni, figurano i presunti vertici della cosca lametina Antonio Miceli (20 anni, tanti quanti ne aveva chiesto l’accusa), Nicola Gualtieri (16 anni e 4 mesi) e Giuseppe Grande (14 anni e 6 mesi). Sono, invece, stati assolti dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, “perché il fatto non sussiste”, l’ex consigliere comunale di Lamezia Terme, Pasqualino Ruberto, candidato sindaco nel 2015, e Giovanni Vincenzo Paladino, padre dell’ex vicepresidente del consiglio comunale lametino, Giuseppe, accusati, insieme allo stesso Giuseppe Paladino (che sta seguendo il rito ordinario), di avere avuto contatti con la cosca durante la campagna elettorale per le Amministrative del 2015: per questa vicenda il ministero dell’Interno inviò al Comune di Lamezia Terme una commissione di accesso antimafia la cui relazione fu alla base dello scioglimento dell’ente nel novembre 2017.

Le assoluzioni e le condanne

Oltre a Ruberto e Paladino sono stati assolti Davide Cosentino, Daniele Grande, Pino Esposito, Smeraldo Davoli, Emmanuel Fiorino, Daniele Amato e Concetto Pasquale Franceschi. Oltre ai tre presunti capiclan, invece, sono stati condannati Alessio Morrison Gagliardi (12 anni e 10 mesi; Antonio Saladino (10 anni 3 mesi); Vincenzo Grande (10 anni e 1 mese, assolto per associazione mafiosa); Rosario Muraca, (10 anni e 2 mesi); Teresa Torcasio (10 anni e 1 mese); Domenico De Rito (10 anni); Pasquale Caligiuri (10 anni); Massimo Gualtier (9 anni 9 mesi); Antonio Franceschi (9 anni 6 mesi); Antonio Domenicano (8 anni e 10 mesi); Rosario Franceschi (8 anni e 10 mesi); Fortunato Mercuri (8 anni 6 mesi); Antonio Paola ( 8 anni e 5 mesi); Saverio Torcasio (8 anni 4 mesi); Antonio Stella (8 anni e 4 mesi); Antonello Amato (8 anni 2 mesi); Michele Grillo (8 anni 1 mese); Luigi Vincenzini (8 anni 1 mese); Marco Cosimo Passalacqua (8 anni e 1 mese); Claudio Vescio (8 anni un mese); Carloalberto Gigliotti (8 anni); Vincenzo Brizzi (8 anni); Antonio Gullo (8 anni); Salvatore Francesco Mazzotta, (6 anni); Ottavio Muscimarro (6 anni e 8 mesi); Davide Belville (6 anni 3 mesi), Francesco Gigliotti (6 anni 3 mesi); Giuseppe De Fazio (6 anni); Vincenzo Catanzaro (5 anni 6 ); Maurizio Caruso (5 anni e 6 mesi); Saverio Torcasio, classe 75 (5 anni e 6 mesi); Luca Torcasio (5 anni e 6 mesi); Salvatore Fiorino (5 anni 5 mesi); Antonio Mazza (5 anni 1 mese); Mattia Mancuso (2 anni e 8 mesi, assolto per associazione mafiosa); Paolo Strangi (2 anni e 4 mesi); Guglielmo Mastroianni (1 anno 9 mesi); Alessandro Gualtieri (1 anno, 9 mesi); Antonio Perri (1 anno 9 mesi); Luca Salvatore Torchia (8 mesi).

 

L’operazione “Crisalide”, condotta dal Nucleo investigativo dei carabinieri di Catanzaro e dalla Compagnia di Lamezia Terme, scattò il 23 maggio 2017 e si concluse con l’esecuzione di 52 fermi.

 

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