Il processo è troppo lento e il ministero deve risarcire il boss

Succede a Vibo Valentia dove Luigi Mancuso, appartenente all’omonimo clan di Limbadi, ha ottenuto l'indennizzo per un procedimento “lumaca”

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di G. B.
9 gennaio 2019
12:37
Il tribunale di Vibo
Il tribunale di Vibo

La Corte d’Appello di Salerno (sezione civile) ha accolto la domanda proposta dai difensori di Luigi Mancuso, avvocati Francesco Sabatino e Antonio Pasqua, con la quale è stato chiesto il risarcimento per la durata irragionevole del processo nato dall’operazione antimafia denominata Genesi, scattata nell’agosto del 2000 ad opera della Dda di Catanzaro (coordinata dall'allora pm Luciano D'Agostino) e giunta a sentenza dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia nel maggio del 2013.


Il Ministero della Giustizia è stato condannato a pagare al boss Luigi Mancuso - assolto in tale procedimento per bis in idem (giudicato e condannato per gli stessi fatti a Palmi e Milano) - la somma di 5.500,00 euro. La Corte ha accertato, sia pure in presenza di un processo complesso, un ritardo di ben 11 anni, 4 mesi e 27 giorni. I giudici di Salerno hanno pertanto stabilito in via equitativa un indennizzo pari a 500,00 euro per ogni anno o frazione semestrale di anno eccedente il termine ragionevole di durata del processo, giungendo pertanto alla somma di 5.500,00 euro.



La sentenza della Corte d’Appello di Salerno apre la strada ad altre richieste del genere essendo oltre trenta le assoluzioni del processo Genesi neppure appellate dalla Dda di Catanzaro (pm Giuseppe Borrelli e Simona Rossi) e quindi divenute definitive.

Giornalista
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