La Direzione Investigativa Antimafia ha eseguito un provvedimento di confisca definitiva, emesso della Corte d’Appello di Catanzaro e divenuto irrevocabile con sentenza della Corte di Cassazione del 4 febbriao 2025.
Nello specifico, la misura ablatoria – disposta a carico di quattro persone coinvolte nella nota operazione “Profilo Basso” della Dda di Catanzaro e giudicate colpevoli con verdetto irrevocabile, di associazione a delinquere, emissione di fatture per operazioni inesistenti, trasferimento fraudolento di valori ed autoriciclaggio aggravati dall’agevolazione mafiosa – interessa beni mobili, immobili nonché rapporti bancari e beni rifugio per una cifra complessiva di circa 800 mila euro.
In dibattimento, infatti, hanno trovato ampie conferme le ipotesi accusatorie secondo cui i soggetti colpiti dalla confisca, con le loro condotte illecite, hanno aiutato i vertici delle locali di ‘ndrangheta di San Leonardo di Cutro e Roccabernarda a creare un network di imprese “fantasma” (cartiere) dedite all’emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti in favore di aziende terze colluse, consentendo a queste ultime di evadere le imposte sui redditi e l’Iva per importi ingenti, nonché di ottenere indebiti rimborsi dall’Erario per crediti fiscali nella realtà inesistenti.
L’operazione di oggi si inserisce nell’ambito delle attività istituzionali finalizzate all’aggressione delle ricchezze illecite acquisite e riconducibili, direttamente o indirettamente, a contesti delinquenziali, agendo così a tutela e salvaguardia della parte sana del tessuto economico nazionale.