Nel Crotonese

Quando farsi riconoscere i diritti della proprietà privata ignorata dal Comune diventa un’odissea, il caso a Cirò

Prima la multa e l'ordinanza di sgombero, poi i ricorsi al Giudice di pace e infine al Tar danno ragione ai coniugi che però ancora oggi attendono ancora di rientrare in possesso dell'area

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di Procolo Guida
19 ottobre 2022
17:16
L’area prima e dopo l’intervento del Comune
L’area prima e dopo l’intervento del Comune

Accade molto più spesso, in Calabria più che nel resto d’Italia, l’esatto contrario di questa curiosa vicenda che si sta consumando a Cirò. Infatti solitamente la richiesta di parcheggi di pubblica utilità, tanto per ambulanze quanto, o ancora più, per scarico e carico, è spesso soggetta a procedure che, appena trova il più piccolo degli intoppi, fa penare i cittadini che alcune volte devono attendere mesi, ed anche anni, prima che vengano effettivamente predisposti dai comuni che ne ricevono richiesta. I signori Mario Critelli ed Alessandra Anania, marito e moglie, hanno dovuto invece prima subire le conseguenze di quello che possiamo, forse, definire un vero e proprio eccesso di zelo per poi, finalmente, vedere riconosciuti i propri diritti da proprietà privata da due giudici diversi, per evitare un vero e proprio esproprio comunale.

Andiamo per gradi e cerchiamo di ricostruire i fatti: i coniugi iniziano ad intervenire, nel 2020, su di un immobile regolarmente accatastato che prevede una doppia corte di pertinenza esclusiva, una già recintata e l’altra aperta. Gli interventi di semplice abbellimento riguardano immediatamente la recinzione con delle piante. La sorpresa, quasi immediata è quella di ricevere, quasi subito, multa ed ordinanza di sgombero. Armati di pazienza e soprattutto avvocati, i coniugi si rivolgono alla legge, ottenendo ragione di fronte al Giudice di Pace di Cirò che, semplicemente, annulla i provvedimenti perché riconosce la proprietà dei ricorrenti. Il Comune, a guida amministrazione Paletta, non si accontenta di appellare al provvedimento dando mandato legale, al costo di 2480,50 euro, al fine di “recuperare” una multa di 147 euro  ma addirittura fa deliberare al Consiglio Comunale l’istituzione di un parcheggio per disabili ed uno per carico e scarico merci proprio sull’area riconosciuta come proprietà privata da catasto e giudice.


A questo punto i coniugi Critelli non hanno altra strada che il Tribunale amministrativo regionale e gli avvocati devono diventare tre. I legali Pasqualino Capalbo, Stefania Martucci e Francesco Bastone devono così imbastire un ricorso con richiesta di sospensiva d’urgenza (che viene rigettata con la condanna alle spese). Inizia anche un ricorso ed appello per competenze che andrà a costare al Comune più di 10.000 euro circa. Ma la tenacia di avvocati e coniugi, finalmente, porta al giudizio di merito che vede accolte le istanze del ricorso con una sentenza che, nuovamente, riconosce tutte le ragioni dei legittimi proprietari privati annullando i provvedimenti del Comune di Cirò rimproverando all’amministrazione, tra le altre cose, che non avesse tenuto conto e menzione, sia nella motivazione della delibera del Consiglio comunale impugnata, che nemmeno nella successiva ordinanza del Comandante della Polizia Municipale, di dover produrre elementi idonei a provare la natura pubblica dell’area.

Questa sentenza datata 12 ottobre ultimo scorso, consentirà l’immediata rimozione dei parcheggi ed il legittimo uso e possesso dell’area? Dal comando dei Vigili Urbani sembrerebbe che proprio oggi dovesse venire il miracolo che era stato quasi assicurato già lunedì scorso. I coniugi sembra siano ben contenti di non adire ulteriormente a vie legali per danni e ristoro spese che, guarda caso, nella sentenza che da ragione ai privati, vengono compensate (mentre nella parte di ricorso in cui si chiedeva sospensiva sono toccate ai ricorrenti, ed anche questo è purtroppo abbastanza usuale). Ma invece, ci viene da chiederci, per tutte le spese legali affrontate dal Comune, chi pagherà o è stato già liquidato? La collettività, ovviamente, dunque anche Mario Critelli ed Alessandra Anania che quasi quasi devono essere pure contenti che hanno dovuto attendere “solo due anni” e due sentenze hanno riconosciuto il diritto alla proprietà privata; devono e possono essere pure soddisfatti perché ci hanno perso “solo” soldi e tanta pazienza. Ma chi non ha la possibilità di impiegare tempo e risorse, anche in ragione di un miglioramento utile alla propria attività imprenditoriale, che tipo di reazioni ed opinioni può avere nei confronti delle pubbliche amministrazioni che sono lentissime nell’assicurare diritti (come quelli dei parcheggi per disabili e carico scarico merci) e pronte nell’appropriarsi di proprietà private? Ma soprattutto, in questo caso specifico, quando i coniugi Critelli potranno vedere la loro corte libera da quei parcheggi?

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